Il sonno e i bambini

Il sonno e i bambini: una relazione molto importante per la salute dei nostri piccoli. È infatti molto importante assicurarsi che il bambino dorma sufficientemente a lungo e bene. La qualità del sonno di un bimbo può essere misurata mediante la sua serenità, la sua energia e il suo sorriso. Un bambino stanco può avere problemi di sviluppo e, inoltre, di natura comportamentale. I disturbi del sonno di un bambino possono anche causare stress ai genitori e agli altri membri della famiglia.

Molti genitori credono di sapere con certezza quale sia il fabbisogno di sonno del loro bimbo. Gli esperti consigliano la seguente quantità di ore di sonno in ogni fase della crescita:

  • Neonati (da 3 a 11 mesi): da 14 a 15 ore;
  • Bimbi piccoli (1-2 anni): da 12 a 14 ore;
  • Bambini in età prescolare: da 11 a 13 ore;
  • Bambini in età scolare: da 10 a 11 ore.

Secondo quanto riferito dai genitori, molti bimbi italiani non dormono a sufficienza. La maggior parte di essi non riescono a dormire tutta la notte.

I bambini che non dormono bene possono essere affetti da qualche disturbo del sonno.

Di seguito elenchiamo alcuni segnali che possono fornire delle indicazioni sulla possibilità che il bimbo sia affetto da un disturbo del sonno:

  • Si passa troppo tempo ad “aiutare” il bimbo ad addormentarsi;
  • Il bambino si sveglia ripetutamente durante la notte;
  • Il bambino russa molto forte o si sforza di respirare durante il sonno;
  • Il comportamento del bimbo, l’umore o il rendimento scolastico sono variabili;
  • Il bimbo, abituato a rimanere asciutto durante la notte, ha cominciato a bagnare il letto.

Due disturbi del sonno molto comuni nei bimbi piccoli

Molti bambini sono affetti da insonnia comportamentale dell’infanzia. Questo disturbo del sonno comporta il verificarsi di uno o di entrambi i seguenti problemi:

  1. Associazione del sonno:

    Tutti ci svegliamo improvvisamente diverse volte durante la notte. Ciò accade principalmente durante la fase del sonno in cui stiamo sognando. Questa fase è nota come “rapid eye movement” (REM). Di solito, non ci rendiamo neanche conto di questi risvegli e ritorniamo a dormire quasi subito.
    I bambini invece piangono quando ciò accade. Come conseguenza naturale i genitori avvertono il bisogno di “aiutare” il bambino a riaddormentarsi. Con l’intento quindi di far riaddormentare i propri figli quindi, i genitori allattano, dondolano, tengono in braccio o si sdraiano con i loro bimbi. A causa di ciò molti bambini non sono più capaci di addormentarsi da soli: dipendono dall’aiuto dei propri genitori. Il bambino impara così ad associare l’atto dell’andare a dormire con una persona o con un’attività.

    Qualsiasi genitore può riconoscere questo problema se qualche volta ha pensato o detto qualcosa di simile:

    “Sono esausta. Per fare dormire mia figlia ogni notte o a ogni pisolino, devo cullarla. Se si sveglia durante la notte, non si addormenta fino a quando non la cullo.”
    La bimba in questione sembra che associ l’addormentarsi con l’essere cullata. Non sarà quindi capace di addormentarsi fin quando non riceverà la sua dose di dondolamento.

  2. Problema da definizione dei limiti

    I problemi da definizione dei limiti di solito iniziano dopo l’età di due anni. Questi si manifestano quando il bambino si rifiuta di andare a letto, quando temporeggia, o rende difficile ai genitori essere lasciato da solo. I problemi di definizione dei limiti possono verificarsi al momento di coricarsi, prima dei pisolini, o quando il bimbo si sveglia durante la notte.Ai genitori piace affermare che sono loro che decidono quando è il momento per i loro figli di andare a dormire, ma dovrebbero far rispettare questo tempo anche quando il bimbo non è d’accordo o sembri attivo e vigile. I bambini possono diventare molto creativi quando vogliono restare svegli fino a tardi.
    Potrebbero chiedere un altro abbraccio, un fazzoletto, un bicchiere d’acqua, un’altra favola,  o dire ai genitori  “qualcosa di importante”. Può essere difficile distinguere i bisogni reali da ciò che è semplicemente una tattica di ritardo.

È necessario essere fermi e coerenti quando si deve rispondere a queste richieste di ritardo. Fare concessioni non può far altro che favorire tale comportamento. I genitori devono dare ai propri figli dei limiti ben definiti.

Il sonno e i bambini: di seguito alcuni suggerimenti per aiutare il bambino a dormire meglio:

  • Seguire una routine costante per andare a dormire. “Mettere da parte” da 10 a 30 minuti ogni sera affinché il bambino sia pronto per andare a dormire;
  • Creare un ambiente rilassante prima di andare a letto;
  • Interagire con il bimbo al momento di addormentarsi. Non lasciare che la TV, il computer o i videogiochi prendano il posto dei genitori;
  • Tenere i figli lontani dai programmi TV, dai film e dai videogiochi che non sono adatti alla loro età;
  • Non lasciare che il bimbo si addormenti quando lo si tiene in braccio, lo so culla, gli si dà il biberon o durante l’allattamento;
  • Al momento di coricarsi, non consentire al bimbo di assumere cibi o bevande che contengono caffeina, inclusi cioccolato e bibite gasate e cercare di non dargli delle medicine che contengono stimolanti, come, ad esempio, i farmaci per la tosse e i decongestionanti.

Un bambino che riesce a dormire abbastanza e bene è più probabile che sia allegro durante il giorno. Più dorme il bimbo e più felice sarà tutta la famiglia. La maggior parte dei disturbi del sonno nei bambini non sono comunque il risultato del comportarsi da cattivi genitori. Questi disturbi non significano neanche che ci sia  qualcosa di sbagliato nel bimbo.

Se il piccolo è affetto da un disturbo del sonno, allora se ne dovrebbe parlare con il pediatra o con uno specialista.