Ipertensione primaria e ipertensione secondaria

Esistono due forme di pressione alta: l’ipertensione primaria o essenziale e l’ipertensione secondaria.

Ipertensione primaria e secondariaL’ipertensione primaria è la forma di gran lunga più comune e riguarda il 95% di tutti i casi di ipertensione. I fattori che determinano l’ipertensione essenziale sono molteplici, mentre nell’ipertensione secondaria la causa è da ricondursi a una specifica anormalità in uno degli organi o dei sistemi corporei. L’ipertensione primaria colpisce circa il 22% della popolazione del nostro Paese, e ancora oggi le sue cause non ci sono note. In ogni caso, sono state individuate certe associazioni nei soggetti colpiti da ipertensione essenziale. Per esempio, l’ipertensione primaria si sviluppa soltanto in gruppi o società contraddistinti da un’elevata assunzione di sale, che eccede, cioè, i 5,8 grammi al giorno.

Cause

L’assunzione di sale può essere un fattore particolarmente importante in relazione all’ipertensione essenziale in diversi casi, e il sale in eccesso può avere le sue ripercussioni nei casi di ipertensione associati con l’età incipiente, l’obesità, la predisposizione genetica e l’insufficienza renale. Per questi motivi, i medici consigliano ai soggetti sani di età compresa fra 19 e 50 anni di assumere non più di 3,8 g. di sale al giorno per compensare l’ammontare perso quotidianamente con la sudorazione unitamente a una dieta che fornisca l’ammontare sufficiente degli altri elementi nutritivi essenziali. Per quel che concerne i fattori genetici, si suppone che essi giochino un ruolo fondamentale nello sviluppo del’ipertensione essenziale, anche se i geni dell’ipertensione non sono stati ancora identificati (i geni sono minuscole porzioni di cromosomi che producono le proteine che determinano le caratteristiche di ogni singolo individuo). La ricerca in questo settore è focalizzata sui fattori genetici che coinvolgono il sistema renina-angiotensina-aldosterone, un sistema che aiuta a regolare la pressione sanguigna controllando l’equilibrio salino e il tono (lo stato di elasticità) delle arterie. Circa il 30% dei casi di ipertensione essenziale sono attribuibili a fattori genetici. Nei soggetti che hanno uno o entrambi i genitori affetti da ipertensione, la pressione alta si presenta con una frequenza doppia rispetto alla popolazione generale. Raramente, poi, certe malattie genetiche rare che colpiscono gli ormoni delle ghiandole endocrine possono produrre ipertensione (in questi casi di parla di ipertensione secondaria).

Sintomi

La stragrande maggioranza dei pazienti con ipertensione essenziale condivide una particolare anomalia che colpisce le arterie: la maggiore resistenza (rigidità o mancanza di elasticità) nelle minuscole arterie che si trovano localizzate lontano dal cuore (arterie periferiche). Queste arterie forniscono sangue ricco di ossigeno e di nutrienti ai vari tessuti corporei e sono connesse, tramite i capillari presenti nei tessuti, alle vene le quali restituiscono il sangue al cuore e ai polmoni. Cosa renda rigide queste arterie periferiche ancora non ci è noto. Ma è stato accertato che l’aumento di rigidità delle arterie periferiche è associato a fattori genetici, all’obesità, alla carenza di esercizio fisico, all’eccesso di assunzione di sale e all’invecchiamento. Anche i processi infiammatori possono giocare un ruolo predominante nell’ipertensione, in quanto un segnale dello sviluppo dell’ipertensione in alcuni soggetti è dato dalla presenza di un livello elevato di proteina C-reattiva, un indicatore di infiammazione riscontrabile nel sangue.

Diagnosi

La diagnosi di ipertensione si formula mediante la misurazione della pressione arteriosa, eseguita dal medico o dal farmacista con uno sfigmomanometro. Sono in commercio anche apparecchi automatici che consentono al paziente l’auto-misurazione. I valori normali di pressione arteriosa dovrebbero essere inferiori a 80-90 mmHg per la pressione minima e 120-140 mmHg per la massima.

Trattamento dell’ipertensione

Per trattare l’ipertensione, talvolta sono sufficienti modificazioni dello stile di vita (seguire una dieta sana, svolgere una moderata attività fisica, ridurre dello stress), che in ogni caso vanno associate alla terapia a base di farmaci. Questa si fonda su diverse categorie di farmaci stessi (diuretici, beta-bloccanti, ACE-inibitori, calcio-antagonisti, antagonisti del recettore dell’angiotensina II) che possono essere assunti da soli o, se necessario, in combinazione, calibrando il trattamento sul singolo paziente.

Prevenzione

La prevenzione si ottiene seguendo alcune semplici regole. Occorre tenere sotto controllo il peso corporeo, evitando l’insorgenza di soprappeso, e ridurre al minimo il consumo di grassi e di colesterolo. Anche l’alcol e la caffeina concorrono ad aumentare la pressione. E’ fondamentale, poi, limitare il consumo di sale (cloruro di sodio) non soltanto quello aggiunto come condimento alle pietanze, ma soprattutto quello già contenuto nei cibi (dadi da brodo, formaggi stagionati, insaccati, alimenti conservati). E’ consigliabile adottare l’abitudine di usare aglio, cipolla e spezie per insaporire le pietanze.

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