La mononucleosi

La mononucleosi è una patologia infettiva acuta e contagiosa, che si caratterizza per la presenza di un’elevata percentuale di globuli bianchi di grandi dimensioni (cellule mononucleate) nel torrente sanguigno. L’agente patogeno responsabile della mononucleosi è il virus di Epstein-Barr, la cui presenza nel corpo umano comporta l’attivazione di tutto il sistema immunitario.

MononucleosiCause

Il virus di Epstein-Barr si contagia attraverso il contatto intimo con i soggetti affetti dalla mononucleosi, essendo presente nelle secrezioni quali, ad esempio, saliva, urine, ecc. Nei soggetti adolescenti e nei giovani adulti la malattia viene spesso contagiata mediante il bacio ed è definita quindi, talvolta, “malattia del bacio”.

Sintomi

La sintomatologia della mononucleosi è costituita prevalentemente da mal di gola, stanchezza estrema (astenia), febbre, e rigonfiamento dei linfonodi del collo, della nuca e delle ascelle. L’esame clinico può inoltre mettere in evidenza un incremento della dimensione della milza e un’alterazione della funzionalità del fegato. Sovente, alla risoluzione dei sintomi fa seguito un lungo periodo di stanchezza cronica (che può durare anche alcuni mesi). Nei bambini l’infezione è solitamente asintomatica o viene scambiata per un comune mal di gola.

Diagnosi

La diagnosi di mononucleosi si formula mediante l’analisi del sangue, capace di mettere in risalto la presenza di anticorpi diretti verso il virus di Epstein-Barr, in aggiunta a un elevato numero di globuli bianchi di dimensione accresciuta e decisamente caratteristici. Se l’esame del sangue dovesse confermare la diagnosi di mononucleosi, si renderà necessaria allora la valutazione della funzionalità del fegato.

Trattamento

Purtroppo, non sono ancora disponibili farmaci in grado di combattere il virus responsabile della mononucleosi.
La malattia è comunque una patologia autolimitante e si cura con il riposo e con composti in grado di attenuare i sintomi (farmaci antipiretici e farmaci antinfiammatori non steroidei, i c.d. “FANS”). In casi alquanto rari, può essere indicato l’uso dei corticosteroidi.

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