La frattura del calcagno

Il calcagno è un osso chiave per la deambulazione, poiché sostiene il peso corporeo.
Si tratta del più grande dei 26 ossi che compongono il piede e svolge un ruolo critico nella stabilità e nel sostegno del cammino.
Una frattura del calcagno può avere purtroppo conseguenze invalidanti.
Analizziamo le cause, i sintomi, le opzioni di trattamento e i tempi di recupero per la frattura del calcagno.

Anatomia del calcagno

Il calcagno ha una forma irregolare che ricorda un cuboideo.
La sua parte posteriore, bombata, forma il tallone e sostiene il peso corporeo. La parte anteriore presenta l’articolazione per l’osso del calcagno.
È formato da un osso spugnoso rivestito esternamente da uno strato di osso corticale compatto.
La complessa anatomia del calcagno svolge diverse funzioni chiave per la deambulazione.

Tipi di fratture del calcagno

Esistono diversi tipi di fratture del calcagno:

  • Fratture da avulsione: distacco di piccoli frammenti ossei;
  • Fratture da compressione: schiacciamento dell’osso spugnoso;
  • Fratture da scivolamento articolare: riguardano la superficie articolare;
  • Fratture da trazione: causate dalla distrazione dei legamenti;
  • Fratture esposte: con lacerazione della cute e contusione dei tessuti molli;

La localizzazione e l’entità della frattura influenzano il trattamento.

Cause e meccanismi della frattura del calcagno

Le cause principali di frattura del calcagno sono:

  • Cadute dall’alto con impatto violento sul tallone;
  • Incidenti stradali, soprattutto con coinvolgimento del piede sul pedale;
  • Traumi sportivi diretti, ad esempio nel salto con l’asta;
  • Contusioni ripetute sul tallone, come nei lavori con utilizzo di scale.

Il meccanismo tipico è l’impatto assiale violento sul tallone a piede fisso o in dorsiflessione forzata.

Sintomi

I sintomi classici sono:

  • Dolore intenso al tallone, aggravato dalla pressione;
  • Tumefazione e gonfiore locale;
  • Ecchimosi ed ematomi;
  • Impossibilità di sostenere il peso;
  • Zoppia evidente o impossibilità di deambulare;
  • Piede accartocciato e deformità del tallone.

È fondamentale immobilizzare il piede e ricorrere alla valutazione medica.

Diagnosi

Gli esami diagnostici comprendono:

  • Radiografia del piede in due proiezioni per valutare la sede e il tipo di frattura;
  • TAC per definire con precisione i frammenti ossei;
  • Risonanza magnetica per i tessuti molli circostanti;
  • Esami del sangue per escludere complicazioni.

La conferma della frattura guida le successive scelte terapeutiche.

Trattamento della frattura del calcagno

Frattura del calcagno

La frattura del calcagno può essere curata con l’ingessatura o con il ricorso all’intervento chirurgico.
Nel primo caso rientrano tutte le fratture c.d. composte; quelle fratture, cioè, dove le due parti dell’osso lesionato sono rimaste in sede.
Non si ricorre generalmente all’intervento chirurgico anche nei pazienti affetti da diabete o affetti da patologie che minano il perfetto funzionamento del sistema circolatorio, in quanto questi pazienti presentano un’alta probabilità di sviluppare complicazioni post-operatorie.
Anche per i soggetti fumatori è sconsigliabile il ricorso all’intervento chirurgico, sempre per lo stesso motivo: l’elevata possibilità di sviluppare complicazioni successive all’intervento chirurgico.
Questo consiste in un’incisione nella parte esterna del piede seguita da un’applicazione di una placca
metallica e di viti sull’osso spezzato.
Ovviamente, il chirurgo ortopedico cercherà di ripristinare il perfetto allineamento dell’osso cercando nel contempo di far sì che la sua superficie cartilaginea ritorni quanto più vicina alle condizioni di normalità.
Talvolta, nel caso in cui l’osso si rompe in due grandi pezzi (piuttosto che frantumarsi in più pezzi: c.d. frattura “comminuta”), l’intervento può essere effettuato con piccole incisioni senza l’applicazione di alcuna piastra.
Il chirurgo ortopedico ovviamente deciderà la procedura da seguire in relazione alla tipologia di infortunio.
Nei casi più gravi di frattura dell’osso calcaneare, questo potrebbe essere fuso con l’osso appena superiore al tallone.
Ciò poiché il pieno recupero della cartilagine è da considerarsi un evento poco probabile e la fusione fra le due ossa consentirà il ripristino di una deambulazione molto prossima alla normalità.
I pazienti colpiti da questo tipo di lesione devono essere inoltre sottoposti ad analisi ed esame medico approfondito volto all’accertamento di possibili ulteriori danni provocati dall’evento scatenante l’alta energia.
Degli studi hanno infatti posto in risalto come i pazienti con fratture del calcagno siano stati spesso colpiti anche da fratture del rachide lombare (10-15% dei casi) o da altri tipi di infortuni che hanno interessato il capo, il collo e altre estremità.

Quali sono le complicazioni della frattura del calcagno?

Generalmente, la frattura del calcagno è un infortunio piuttosto grave che conduce, nel lungo periodo, a problemi al piede e alla caviglia.
Le complicazioni possono essere distinte in complicazioni di breve e di lungo termine.
Le prime sono molto spesso dovute al significativo gonfiore che di solito accompagna questo tipo di eventi.
Il processo di guarigione, talvolta, può essere inficiato proprio da questo gonfiore il quale ostacola la normale cicatrizzazione, e ciò è particolarmente vero per i soggetti diabetici, per i fumatori e per tutti i pazienti con problemi all’apparato circolatorio.
Le complicazioni di lungo periodo sono costituite essenzialmente da dolore cronico del piede e dall’artrite.
L’artrite del retro piede, per esempio, è una complicazione comune nei soggetti che hanno patito in passato di una frattura dell’osso calcaneare.
Lo sviluppo dell’artrite è peraltro direttamente connesso alla gravità della frattura.
I pazienti inoltre spesso presentano problemi di dolore cronico al piede, difficoltà a indossare alcuni tipi di calzature e dolore associato alla deambulazione, alla corsa, e al mantenimento della posizione eretta per lungo tempo.

Quali sono i tempi di recupero dalla frattura del calcagno?

I tempi di recupero della frattura del calcagno sono un importante indicatore del livello di recupero del soggetto verso la condizione di normalità precedente all’infortunio.
Il divieto di carico, ad esempio, può durare anche fino a tre mesi.
Inoltre, un importante aspetto da tenere sotto costante controllo è la significatività del gonfiore, soprattutto per tutti coloro che sono stati soggetti a intervento chirurgico.

Riabilitazione

Dopo la fase acuta, è fondamentale la fisioterapia per ripristinare forza muscolare, mobilità articolare e schema di passo fisiologico. Gli obiettivi sono diminuire dolore, edema e prevenire rigidità articolare.

Prognosi

Se adeguatamente trattate, le fratture del calcagno guariscono nella maggior parte dei casi senza limitazioni funzionali permanenti.
Tuttavia, in una minoranza di pazienti possono residuare dolore, rigidità e alterazione della statica con zoppia persistente.

Prevenzione

Per prevenire le fratture del calcagno è bene:

  • Utilizzare dispositivi di protezione sul lavoro;
  • Calzare scarpe adeguate per lo sport praticato;
  • Curare eventuali patologie che indeboliscono le ossa;
  • Evitare superfici irregolari e scivolose.

Rivolgersi a uno specialista in caso di dolore cronico al tallone è importante per diagnosticare precocemente eventuali microfratture da stress.

Conclusioni

In sintesi, le fratture del calcagno sono infortuni dolorosi con lunghi tempi di recupero.
Diagnosi tempestiva, scelte terapeutiche personalizzate e adeguata riabilitazione consentono il miglior esito funzionale possibile.
La prevenzione degli infortuni sul lavoro e nello sport è fondamentale.

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26 commenti

  1. Salve, circa due anni fa ho subito una frattura al calcagno, sono stato operato ma l’intervento a causa della poca professionalità dei medici dell’ospedale Rummo di Benevento non mi ha dato alcun risultato positivo. A tutt’oggi ho tanto dolore, dovrei rifare l’intervento, mi sapreste indicare un centro specifico per la chirurgia del calcagno visto che fratture del genere devono necessariamente essere affrontate da chirurghi che hanno eseguito un addestramento specifico. E’ dimostrato in letteratura internazionale che, in particolare nel trattamento di queste fratture, la percentuale di complicanze diminuisce con il livello di esperienza dell’operatore.

    • Ciao Michele, grazie per averci scritto.
      Purtroppo non sappiamo indicarti alcun centro specifico per la tua patologia in quanto ci limitiamo a descrivere le condizioni e i trattamenti previsti dalla medicina ufficiale in via del tutto generale.
      Puoi rivolgerti con fiducia al tuo medico di famiglia che saprà sicuramente indirizzarti per il meglio.
      Cordiali saluti.

    • Ciao sono Marco io ho avuto una frattura scomposta del calcagno a seguito di una caduta da tre metri,il mio calcagno praticamente è esploso . Sono stato operato 42 giorni fa e credo che il mio ortopedico ha eseguito un ottimo intervento, ho ancora il divieto di carico il 31ottobre vado a visita forse mi assegna un tutore .forse è ancora presto per dire come sarà in futuro ma per il momento sto facendo le terapie il mio piede mi sembra in buona ripresa .

  2. Ho subito sabato una fratturo composta del calcagno.Ma a distanza di una settimana il piede e ancor a molto gonfio e mi fa un male terribile
    E lortopedico non mi mette il gesso perché troppo gonfio.Tutto qesto e normale.Grazie.

    • Ciao Marco, il nostro blog si limita a illustrare le patologie. Per eventuali diagnosi e pareri ti consigliamo di rivolgerti al personale medico. In bocca al lupo per la tua guarigione!

  3. Salve io il 7 gennaio o avuto una frattura scomposta del calcagno, dopo 16 giorni mi anno operato e messo 3 fili di k .dopo 1 mese me li anno sfilati .
    Ora a quasi 2 mesi di distanza o ancora il piede molto gonfio e non riesco proprio a muoverlo neppure le dita .
    E normale questo?
    A dimenticavo che sto facendo delle iniezioni di clasteon 200 e sto assumendo delle bustine di integratori x l’infiammazione .la ringrazio

    • Ciao Alessandro, il nostro blog si limita a illustrare le patologie. Per eventuali diagnosi e pareri ti consigliamo di rivolgerti al personale medico. In bocca al lupo per la tua guarigione!

  4. buongiorno sono Sandro il 29 Dicembre 2015 a seguito di un incidente in montagna ho subito la frattura pluruframmentata del tallone, i medici non hanno ritenuto opportuno un intervento chirurgico e quindi solo il gesso ma attualmente il dolore all’articolazione non mi permette di correre e posso andare solo in bici e inoltre facendo carico un po piu pesante il dolore aumenta vi chiedevo un consiglio in quanto dopo 18 mesi non posso piu’ fare attività sportiva

    • Ciao Sandro, il nostro blog si limita a illustrare le patologie. Per eventuali diagnosi e pareri ti consigliamo di rivolgerti al personale medico. In bocca al lupo per la tua guarigione!

  5. frattura del calcagno, operato , applicazione piastra, 3 mesi senza carico , dopo 6 mesi cammino lentamente in posizione “normale ” sia pur lentamente . con gli anni camminerò un po’ più velocemente?

    • Ciao Max, grazie per il tuo intervento, il nostro blog si limita però a illustrare le patologie. Per eventuali diagnosi e pareri ti consigliamo di rivolgerti al tuo medico di fiducia.

  6. Buongiorno sono Sabina di Milano ho avuto anch’io una frattura del Calcagno scomposta e sono stata operata e mi hanno messo un fissattore all’ospedale San Paolo di Milano, che dopo un mese e mezzo mi hanno tolto, e sono sempre stata seguita lì per varie medicazioni che dovevo fare una volta alla settimana e ovviamente mi controllavano come proseguiva la guarigione.Dove ho eseguito sempre lì la fisioterapia.Hanno tutti una professionalità eccelsa

  7. Salve,Il 30 aprile 2018 ho fatto un salto da un muretto alto 2 metri.Frattura al calcagno scomposta.Dopo circa 9 giorni mi hanno operato mettendo una placca con delle viti.Dopo l’intervento mi hanno messo il gesso e tenuto per 35 giorni.Ho cominciato da un paio di girni la fisioterapia.Ad oggi appoggio leggermente il piede ma non posso caricare.La mia domanda…quali sono i tempi di recupero?Grazie.

    • Ciao Lorenzo, grazie per essere intervenuto sul nostro blog. Noi ci limitiamo a descrivere le patologie; per consigli inerenti alla tua patologia ti invitiamo a rivolgerti con fiducia allo staff sanitario che ti segue.

  8. Salve , il 23/04 ho avuto un incidente con la moto . Ho subito il distaccamento del calcagno del piede dx ed a causa di una ferita sul collo piede non mi hanno nè ingessato nè applicato un tutore .
    Ho fiducia nei miei medici.
    Volevo chiedervi se é normale che se carico un po’ di più il piede si gonfia in particolare la parte destra del collopiede ed il tallone .
    Grazie.

  9. Buongiorno dottore sono caduta in scala e ho auto il calcagno fratturato e losso di lato mi volevano operare e no mio fatto operare pero ho auto il gesso un mese e un mese il tutore pero ho fatyo 50 giorni ma ancora no posso camminare coda mi consiglia x che cordiale saluti

  10. Buona sera sono caduta dalla scala e mio fratturato il calcagno e ka caviglia e no mio fatto operare mianno messo il gesso x un nese e dopo un me mellanno tolto e mianno fatto mettere un tutore anno passato 60 giorni ma ancora no posso camminare come posso fare x camminare

  11. Salve il 28 luglio sono caduta da un scaletta ed ha avere una frattura scomposta alla calcagno del piede prima ho avuto un un’intervento poi mi hanno ingessato ed adesso sto aspettando che mi chiamano per le terapie e normale che mi fa male e diventa caldo

  12. Buona sera il 16 gennaio sono caduto da un muro di circa2,5 mt comportando una frattura composta bilaterale del calcagno , in ospedale mi hanno prescrito per 8 settimane un walker , sono un po’ indeciso se tutto si calcificherà e staro bene .la mia domanda resta ,le fratture del calcagno composte possono essere trattate senza aver ricorso alla chirurgia…

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