Nuove speranze per la lotta al glioblastoma

Lotta al glioblastoma
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La lotta al glioblastoma purtroppo ancora non ha prodotto una cura efficace, ma ci sono risultati incoraggianti ottenuti da una nuova forma di trattamento.

Il glioblastoma è una delle più aggressive e letali forme tumorali che colpiscono il cervello.

Purtroppo, non si è ancora trovata una terapia efficace, nonostante siano da tempo in corso sperimentazioni e ricerche per condurre la lotta al glioblastoma verso il successo.

Nel nostro paese si contano circa 1.200 nuovi casi di glioblastoma all’anno.

Le cause del glioblastoma

Al giorno d’oggi si conosce ben poco  dei meccanismi molecolari che stanno alla base della formazione e progressione di questa forma di cancro, che si caratterizza per la forte tendenza a infiltrarsi all’interno del cervello.

Nonostante la lotta al glioblastoma si conduca con le tradizionali tecniche di chirurgia aggressiva, la radioterapia e la chemioterapia, l’esito di questa malattia è quasi sempre fatale.

Un gruppo di ricerca dell’Università di Zurigo ha però conseguito alcuni importanti risultati nella lotta al glioblastoma con una forma nuova di trattamento che si prefigge di “incoraggiare” il sistema immunitario al fine di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali nel cervello.

Gli esperimenti sugli animali mostrano che il cancro è relativamente facile da trattare nelle fasi iniziali.

I problemi insorgono quando la malattia si trova nello stadio avanzato.

Trattamento del glioblastoma

Il trattamento dei tumori cerebrali è particolarmente difficile perché le cellule T si accumulano nei tumori sopprimendo l’attacco del sistema immunitario.

In diversi passaggi e utilizzando una nuova strategia unitamente a nuovo farmaco, il team di Burkhard Becher presso l’Istituto di Immunologia Sperimentale dell’Università di Zurigo è riuscito a ottenere un importante risultato nell’ambito di un più ampio programma di lotta al glioblastoma.

In prima battuta i ricercatori hanno stimolato il sistema immunitario del corpo.

Così facendo, esso dapprima riconosce e poi uccide le cellule tumorali cerebrali anche negli stadi avanzati della malattia.

L’obiettivo iniziale del nuovo studio nella lotta al glioblastoma è stato quello di rompere lo scudo protettivo del tumore.

“Abbiamo voluto stabilire se si può effettivamente suscitare una risposta immunitaria a un tumore che cresce all’interno del cervello”, spiega Burkhard Becher.

A tal fine, il gruppo ha usato la sostanza “messaggera” del sistema immunitario, l’interleuchina – 12.

Quando si produce interleuchina – 12 nel tumore, le cellule immunitarie sono stimolate localmente in modo tale che il tumore viene attaccato e respinto.

Una volta che questa procedura ha funzionato bene nelle prime fasi del tumore, i ricercatori hanno atteso la fase successiva quando il tumore ha raggiunto dimensioni notevoli  e l’aspettativa di vita degli animali da esperimento  era inferiore a tre settimane.

“Abbiamo iniziato il trattamento soltanto quando era, infatti, già troppo tardi”, afferma il primo autore dello studio, Johannes vom Berg.

Il tasso di successo è stato basso, aggiunge Berg. “Abbiamo allora iniettato interleuchina – 12 di origine biofarmaceutica nel tumore. Ciò ha indotto una risposta immunitaria, producendo un attacco alle cellule tumorali in un quarto degli animali “.

Dal 25 all’80 per cento: il trattamento combinato porta al successo.

In questo studio nella lotta al glioblastoma, i ricercatori hanno avuto successo quando hanno ideato un nuovo sviluppo nel trattamento del cancro della pelle: hanno combinato l’interleuchina – 12 nel trattamento intra-tumorale con la somministrazione endovenosa di un farmaco immunostimolante che sopprime le cellule T.

La percentuale di successo ha raggiunto l’80%. “Raramente ho visto dati così convincenti nel trattamento preclinico del glioma”, afferma Michael Weller, neuro oncologo e Direttore della Clinica di Neurologia presso l’Ospedale universitario di Zurigo.

Afferma ancora il Dott. Weller: “Ecco perché questo sviluppo dovrebbe essere testato al più presto con studi clinici.”

Il passo successivo: un trial clinico in tempi brevi

I risultati della ricerca in corso nella lotta al glioblastoma sono stati pubblicati sul Journal of Experimental Medicine.

I risultati promettenti non stanno a significare che il trattamento può già essere efficace nei pazienti con tumori cerebrali. I necessari riscontri devono aversi nella fase successiva, per la quale il team di studiosi è alla ricerca di partner commerciali. Burkhard Becher si esprime così: “Siamo cautamente ottimisti ma ci vorrà tempo per l’adozione di nuove strategie che consentano di debellare questo tumore fatale”.