La vitiligine è un disordine della pigmentazione della cute, che può essere di natura congenita ovvero acquisito. Il disturbo si contraddistingue per le aree della pelle che sono acromiche, cioè carenti di melanociti e di conseguenza molto chiare, solitamente ben delimitate (sovente simmetriche), che possono manifestarsi in svariate parti del corpo.
Cause
Le cause della vitiligine sono del tutto sconosciute, sebbene sia molto probabile un’origine autoimmune. Solitamente la malattia è acquisita ma può essere anche di natura familiare o insorgere dopo aver subito un trauma fisico, come per esempio un trauma del capo.
Sintomi
La sintomatologia della vitiligine si caratterizza per la presenza di chiazze di colore biancastro di depigmentazione sulla pelle in svariati distretti corporei.
Possono presentarsi soltanto una o due chiazze ma anche forme quasi generalizzate, quando a essere interessata è un’area molto estesa della superficie del corpo.
Quando la discromia affligge il cuoio capelluto, anche i capelli dell’area interessata diventano bianchi.
Diagnosi di vitiligine
Le lesioni di colore biancastro sono sensibili alla luce solare e sotto la luce di Wood (emessa da una lampada con caratteristiche specifiche che si usa in ambito dermatologico a scopo diagnostico) appaiono di color gesso.
Trattamento della vitiligine
Le terapie per la vitiligine tendono a diminuire o a mascherare il danno estetico. Per le lesioni di dimensioni modeste si utilizzano creme cosmetiche, o soluzioni che provocano un’abbronzatura artificiale, per rendere uniforme il colore della chiazza di vitiligine a quello della cute adiacente.
È comunque assolutamente necessario proteggere le lesioni dalla luce del sole mediante l’applicazione di creme solari specifiche che abbiano un fattore di protezione non inferiore a 15.
Il trattamento PUVA, cioè con psoraleni, effettuato per via orale o topica, e sedute di raggi ultravioletti A richiede tempi piuttosto lunghi e, per quello che si sa attualmente, non è in grado di fornire esiti risolutivi certi.