Sono i migliori amici dell’uomo, ma possono anche essere i migliori alleati del cuore.
Questo poiché, secondo uno studio, la loro compagnia potrebbe aiutare a prevenire le malattie cardiache.
Un gruppo di esperti di malattie cardiache convocato dall’American Heart Association (AHA) ha analizzato le risultanze di una ricerca che collega la salute del cuore al possesso di un animale domestico.
Il risultato dello studio
Il risultato è sorprendente: sembra che possedere un animale domestico sia “probabilmente associato” a un minor rischio d’insorgenza di malattie cardiache.
Questo assunto sembrerebbe valido per tutti coloro che hanno una storia clinica priva di problemi cardiaci.
Inoltre, i nostri amici animali aiuterebbero a raggiungere maggiori tassi di sopravvivenza fra i pazienti che hanno sperimentato malattie cardiache in precedenza nel corso della loro vita.
La commissione di studiosi, presieduta dal Dott. Glenn Levine, docente di medicina al Baylor College of Medicine, ha diffuso una interessante pubblicazione scientifica.
Essa si pronuncia in favore del possesso di un cane o di un gatto ai fini della riduzione del rischio di insorgenza di malattie cardiache.
Gli animali domestici aiuterebbero infatti le persone a essere più attive fisicamente.
Ciò avrebbe ricadute positive sui valori della pressione sanguigna e della riduzione al minimo degli effetti dello stress.
I benefici apportati dagli animali domestici
Studi precedenti hanno evidenziato che la compagnia e la stretta relazione che i proprietari di animali domestici riescono a costruire con i loro amici a quattro zampe possono aumentare i livelli di ormoni anti-stress.
Questi, a loro volta, possono incrementare la capacità di recupero aiutando le persone a far fronte a situazioni stressanti o traumatiche.
Uno degli studi ha mostrato, per esempio, che i padroni di cani hanno goduto nel contempo di un calo dei livelli medi della pressione sanguigna.
Un altro ha rivelato che tra 5.200 adulti, i possessori di cani godevano di una probabilità più elevata del 54% di raggiungere i livelli raccomandati di attività fisica.
O comunque di essere attivi rispetto a tutti coloro che non possiedono animali.
Tale tendenza è supportata da altri studi che hanno accertato che le persone che, nonostante non fossero proprietarie di cani, erano comunque impegnate a portare gli animali a spasso, erano meno soggette, da un punto di vista probabilistico, a essere obese.
Gli animali domestici non sono però la panacea
I centri statunitensi per il controllo delle Malattie e la prevenzione riportano, tuttavia, che i proprietari di animali domestici nel loro complesso hanno le stesse probabilità di essere in sovrappeso delle persone che non possiedono animali.
Gli animali domestici non sono una panacea contro le malattie cardiache.
E’ probabile tuttavia che prendersi cura di loro richieda ai loro proprietari una quantità maggiore di esercizio fisico. Questa attività sarebbe in grado di ridurre lo stress, il peso e la pressione sanguigna a beneficio del cuore.
“Se qualcuno adotta un animale domestico, ma continua a poltrire sul divano, a fumare e a mangiare ciò che vuole non tenendo sotto controllo la pressione sanguigna”, ha detto al New YorkTimes il Dott. Levine, “non segue certamente una strategia prudente per diminuire il rischio di contrarre patologie cardiovascolari e malattie cardiache in genere”.
Ecco perché l’AHA, sebbene incoraggiata dai dati, non raccomanda alla gente di prendere con sé un animale domestico.
Ciò perché essa non ritiene che ciò migliori la salute del loro cuore sic et simpliciter.
Ma se già si possiede un animale, in particolare un cane, la commissione scientifica afferma che si può godere di un minor rischio di insorgenza di malattie cardiache rispetto alle persone che non possiedono animali domestici.
Conclusioni
Il fatto che le persone sofferenti di malattie cardiovascolari hanno mostrato qualche beneficio in termini di migliori tassi di sopravvivenza in caso di possesso di un animale domestico è senz’altro interessante.
La ricerca dovrebbe tuttavia chiarire in modo più approfondito se gli anni di sopravvivenza aggiuntivi siano da ricondursi:
- all’esercizio fisico;
- alla riduzione dello stress;
- a una combinazione di entrambi.
“Ciò che è ci meno chiaro è se l’adozione o l’acquisizione di un animale domestico possa portare a una riduzione del rischio cardiovascolare nei pazienti con malattia pre-esistente”, affermano il Dott. Levine e i membri della sua commissione; “ulteriori ricerche si rendono necessarie per rispondere con più cognizione di causa a questa domanda.”
Il fatto che le persone sofferenti di malattie cardiache hanno mostrato qualche beneficio in termini di migliori tassi di sopravvivenza in caso di possesso di un animale domestico è senz’altro interessante.
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