L’abuso di marijuana espone a un maggior rischio di contrarre numerose patologie.
Ma cos’è esattamente la marijuana?
La marijuana è la droga più diffusa nella Comunità Europea e anche nel nostro Paese.
Essa è una miscela, di fiori, steli, semi e foglie secche tagliuzzate ottenute dalla pianta di canapa denominata Cannabis sativa.
La sostanza chimica attiva principale della marijuana è il delta-9-tetraidrocannabinolo, o THC in breve.
Modalità di consumo della marijuana
La marijuana si fuma generalmente in una sigaretta o in una pipa.
La maggior parte dei consumatori di marijuana usa fumare questo tipo di droga mediante sigarette preparate manualmente (c.d. “spinello” o “joint“).
E’ sempre più diffuso inoltre l’uso di fumare i “sigari di marijuana” (c.d. “blunt“), che sono sigari che sono stati svuotati del tabacco e riempiti a loro volta con una miscela di marijuana e tabacco.
Questa modalità di consumo combina gli ingredienti attivi della marijuana con le sostanze chimiche dannose del tabacco come la nicotina.
La marijuana può anche essere mescolata nel cibo o assunta come tè.
In forma più concentrata e resinosa, è denominata hashish, mentre come liquido nero e appiccicoso a temperatura corporea viene denominata olio di hash.
Quest’ultimo è un estratto ottenuto mettendo il materiale a bagno in un solvente, che ne estrae i principi attivi.
Il fumo di marijuana ha un odore dolce-acidulo, pungente e caratteristico.
Quali sono gli effetti dell’abuso di marijuana sul cervello?
Gli scienziati hanno determinato quali sono gli effetti dell’abuso di marijuana e come il THC agisce sul cervello per produrre questi numerosi effetti.
Quando si fuma la marijuana, il THC passa rapidamente dai polmoni al sangue, il quale trasporta il prodotto chimico al cervello e agli altri organi in tutto il corpo.
Quando il THC giunge nel cervello, esso si connette a delle zone specifiche delle cellule nervose, denominate recettori dei cannabinoidi.
Comincia così una serie di reazioni cellulari che alla fine portano al c.d. “sballo” che altro non è se non la tipica esperienza anelata dai fumatori di marijuana.
Alcune aree del cervello possiedono numerosi recettori dei cannabinoidi, altre ne hanno pochi o nessuno.
La più alta densità di recettori dei cannabinoidi si trova in alcune parti del cervello che influenzano il piacere, la memoria, il pensiero, la concentrazione, la percezione del tempo e la coordinazione dei movimenti.
Non a caso, l’abuso di marijuana può causare percezioni distorte, disturbi della coordinazione, difficoltà con il pensiero e con la soluzione dei problemi, problemi di apprendimento e di memoria.
La ricerca ha dimostrato che nei tossicodipendenti, gli effetti negativi dell’abuso di marijuana sulla memoria e sulle capacità di apprendimento possono durare per giorni o per settimane prima che gli effetti acuti della droga svaniscano definitivamente.
Di conseguenza, chi fa abuso di marijuana a livello quotidiano può essere “funzionante” a un livello mentale sub-ottimale.
La ricerca sugli effetti a lungo termine dell’abuso di marijuana sulla struttura del cervello ha prodotto risultati inconsistenti.
Può darsi che gli effetti siano troppo tenui per un rilevamento affidabile con le tecniche attuali.
Una sfida analoga sorge negli studi sugli effetti dell’abuso di marijuana sulle funzioni cerebrali.
Alcuni studi focalizzati sulla diagnostica per immagini del cervello sui tossicodipendenti tendono a mostrare alcune modifiche consistenti, ma la loro connessione con la compromissione delle funzioni cognitive è tutt’altro che chiara.
Questa incertezza può derivare da fattori che possono confondere la ricerca come l’uso di altre droghe, gli effetti dei residui della droga, o i sintomi di astinenza nei consumatori cronici di lungo termine.
Potenziale di dipendenza dell’abuso di marijuana
L’abuso di marijuana a lungo termine può condurre alla dipendenza, cioè alla ricerca compulsiva di droga e all’abuso di essa.
Ciò nonostante la consapevolezza dei noti effetti dannosi sul funzionamento fisico e mentale nel contesto della famiglia, della scuola, del lavoro e delle attività ricreative.
La ricerca mostra che circa il 9 per cento dei consumatori saltuari diventa dipendente da marijuana.
Questo numero tende ad aumentare fra coloro che iniziano a consumare la droga da giovani (circa il 17%) e fra i consumatori abituali (25% -50%).
I tossicodipendenti di vecchia data che cercano di smettere denunciano sintomi di astinenza quali:
- irritabilità;
- insonnia;
- diminuzione dell’appetito;
- ansia; bramosia per la droga;
a causa dei quali è difficile perseverare nell’intento di disintossicarsi.
Questi sintomi cominciano a manifestarsi entro 1 giorno successivo all’astinenza, mostrano un picco a 2-3 giorni di distanza e regrediscono entro 1 o 2 settimane dalla sospensione dell’assunzione della droga.
Abuso di marijuana e salute mentale
Un certo numero di studi ha dimostrato un’associazione tra l’abuso di marijuana e l’aumento dei tassi di ansia, depressione e schizofrenia.
Alcuni di questi studi hanno dimostrato come l’età in cui sì è iniziato il consumo sia un importante fattore di rischio, in cui l’uso precoce è un segno caratteristico di maggiore vulnerabilità ai problemi successivi.
Tuttavia, al giorno d’oggi, non è chiaro se l’abuso di marijuana provochi problemi mentali, aggravi, o rifletta un tentativo di automedicazione già esistente da parte dell’organismo.
L’abuso di marijuana, soprattutto nei giovani, può anche essere un indicatore di rischio per l’insorgenza di malattie mentali – tra cui la dipendenza – derivanti da vulnerabilità genetiche o ambientali, come l’esposizione precoce allo stress o alla violenza.
Attualmente, la ricerca ha individuato una correlazione fra l’abuso di marijuana e la schizofrenia e i disturbi ad essa correlati.
L’abuso di marijuana può produrre una reazione psicotica acuta.
Inoltre, l’uso della droga può scatenare l’insorgenza o la recidiva della schizofrenia negli individui particolarmente vulnerabili.
Quali sono gli altri effetti nocivi dell’abuso di marijuana sulla salute?
Abuso di marijuana ed effetti sul cuore
La marijuana aumenta la frequenza cardiaca con un tasso compreso fra il 20% e addirittura il 100% subito dopo il suo consumo; questo effetto può durare fino a 3 ore.
In uno studio, è stato stimato che i consumatori di marijuana presentano un rischio di attacco cardiaco nella prima ora dopo aver fumato la droga superiore a a 4,8 volte la norma.
Ciò può essere dovuto all’aumento della frequenza cardiaca e agli effetti della marijuana sul ritmo cardiaco quali palpitazioni e aritmia.
Questo rischio può essere maggiore negli anziani e nei cardiopatici.
Effetti sui polmoni
Numerosi studi hanno dimostrato che il fumo di marijuana contiene agenti cancerogeni, oltre a essere irritante per i polmoni.
In realtà, il fumo di marijuana contiene il 50% – 70% in più di idrocarburi cancerogeni rispetto al fumo di tabacco.
I consumatori di marijuana solitamente inalano più profondamente il fumo e trattengono il respiro più a lungo rispetto ai fumatori di tabacco.
Ciò aumenta ulteriormente l’esposizione dei polmoni al fumo cancerogeno.
Coloro che fanno abuso di marijuana mostrano una crescita sregolata di cellule epiteliali nel loro tessuto polmonare, il che potrebbe condurre all’insorgenza del cancro.
Tuttavia, uno studio recente non ha riscontrato un’associazione positiva tra l’uso di marijuana e il cancro del polmone, delle vie respiratorie superiori o del tratto digerente.
Quindi, il legame tra fumo di marijuana e questo tipo di tumori rimane dubbio in questo momento.
Se questo è vero, è pure vero però che coloro che fanno abuso di marijuana possono presentare molti degli stessi problemi respiratori che affliggono i fumatori di tabacco.
Parliamo di problemi come la tosse e la produzione copiosa di catarro, una frequenza maggiore delle malattie toraciche acute e un elevato rischio di infezioni polmonari.
Uno studio condotto su 450 individui ha posto in risalto che le persone che fumano marijuana frequentemente ma non fumano tabacco hanno maggiori problemi di salute e perdono più giorni di lavoro dei non fumatori.
La maggior parte delle giornate lavorative perse dai fumatori di marijuana hanno come causa le malattie respiratorie.
Effetti sulla vita quotidiana
La ricerca dimostra chiaramente che l’abuso di marijuana possiede un forte potenziale di cagionare problemi nella vita quotidiana o di peggiorare i problemi già esistenti di una persona.
In uno studio, coloro che fanno abuso di marijuana in modo pesante hanno riferito che la droga ha compromesso in modo drastico alcuni loro importanti fattori di realizzazione nella vita.
Questi fattori comprendono la salute fisica e mentale, le capacità cognitive, la vita sociale e lo stato della carriera.
Diversi studi sui fumatori di marijuana hanno posto in risalto problemi sul lavoro come assenze, ritardi, incidenti, richieste di risarcimento e licenziamenti.
Quali sono le opzioni di trattamento dell’abuso di marijuana?
Gli interventi comportamentali, fra i quali la terapia cognitivo-comportamentale e gli incentivi motivazionali (ad esempio, fornendo buoni per beni o servizi per i pazienti che rimangono astinenti) hanno dimostrato una buona efficacia nel trattamento della dipendenza e dell’abuso di marijuana.
Sebbene oggigiorno non siano disponibili farmaci specifici, recenti scoperte circa il funzionamento del sistema cannabinoide promette lo sviluppo futuro di farmaci per alleviare i sintomi derivanti dall’astinenza, per bloccare gli effetti inebrianti della marijuana e per prevenire le ricadute.
La marijuana è una medicina?
Le potenziali proprietà medicinali della marijuana sono state oggetto di ricerca sostanziale e di acceso dibattito.
Gli scienziati hanno confermato che la pianta di cannabis contiene principi attivi con potenziale terapeutico per alleviare il dolore, controllare la nausea, stimolare l’appetito e diminuire la pressione oculare.
I farmaci a base di cannabinoidi comprendono composti di sintesi, come il dronabinol e il nabilone.
Inoltre una nuova miscela chimicamente pura di THC e cannabidiolo derivati dalla pianta, denominata Sativex® è stata resa disponibile.
Questa miscela è formulata come spray orale e approvata in Canada e in alcuni stati europei (Gran Bretagna) per il sollievo del dolore associato al cancro e al dolore neuropatico nella sclerosi multipla (Il farmaco non è in commercio in Italia ma può essere importato dall’estero in base alla procedura prevista dal D.M. 11-2-1997 sull’Importazione di specialità medicinali registrate all’estero).
Gli scienziati continuano a studiare le proprietà medicinali del THC e degli altri cannabinoidi per meglio valutare e sfruttare la loro capacità di aiutare i pazienti che soffrono di una vasta gamma di patologie, evitando gli effetti negativi che la marijuana comporta quanto viene fumata.
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