Per lungo tempo si è supposto che la soglia del dolore nelle donne fosse più elevata a causa del fatto che esse devono affrontare diversi e fluttuanti cambiamenti ormonali nel loro organismo; causa questa di forti dolori insieme a quello che forse è il più forte di tutti: il parto.
Alcuni studi recenti invece sembrano sconfessare questo assunto. Ma vediamo come stanno effettivamente le cose.
Come abbiamo detto in precedenza, il sistema nervoso centrale e la composizione dell’organismo delle donne, unitamente ai cambiamenti dell’equilibrio ormonale, rendono l’altra metà del cielo più sensibile ad alcune condizioni dolorose rispetto agli uomini: l’artrite reumatoide, la fibromialgia o l’emicrania colpiscono prevalentemente le donne rispetto agli uomini in una misura sette volte maggiore.
Ma si pensa generalmente, e adesso alcuni studi sembrano supportare questa tesi, che le donne sono incapaci di sopportare il dolore nella stessa misura degli uomini. Questi ultimi affermano che le donne non sono abbastanza forti, ma non è questa la ragione. Ci sono altri fattori di ordine culturale, sociale ed economico che sono coinvolti nel complesso fenomeno chiamato dolore, il quale, invece, è piuttosto conosciuto fra le persone di sesso femminile.
Il corpo, la mente e la cultura
Una delle cose principali da comprendere, con riferimento alla tolleranza al dolore è che, nei due sessi, il corpo e la mente agiscono in modo diverso.
Sono proprio queste differenze che influenzano la percezione del dolore e di conseguenza i trattamenti che vengono posti in essere per affrontarlo.
Per esempio, il paracetamolo, che è il farmaco da banco antidolorifico più utilizzato in assoluto, ha un effetto minore sulle donne che sugli uomini.
Anche i livelli di estrogeno nel sangue, che sono estremamente variabili durante il ciclo mestruale e che si esauriscono durante la menopausa, influenzano il modo in cui le donne percepiscono il dolore.
Alcuni studi dimostrano poi come tanti medici spesso non prendano seriamente in considerazione il dolore denunciato dalle donne, considerandolo quasi come un mero fattore psicologico invece che fisico. Addirittura anche nei casi cronici come l’artrite reumatoide o l’emicrania, il dolore denunciato dalle donne spesso non è preso seriamente in considerazione.
Anche la cultura gioca un ruolo fondamentale nel dolore riportato dalla donna.
La maggior parte delle donne accettano il dolore con rassegnazione, addirittura come parte della loro cultura; nel rispetto della quale paradossalmente non cercano nemmeno una cura. Dobbiamo pensare che, in alcuni paesi, ai medici di sesso maschile è severamente proibito prendersi cura di pazienti donne: un’altra ragione per rifuggire dalle cure mediche!Ma anche l’aspetto emozionale riveste la sua importanza. Mentre gli uomini tendono a concentrarsi sul lato fisico del dolore, le donne si concentrano sul suo lato emozionale e sull’impatto che esso può avere sulla routine quotidiana.
Alcuni studi sul cervello hanno in effetti provato questo assunto.
Inoltre, le donne sono più soggette alla depressione rispetto agli uomini. La depressione amplifica la risposta emozionale in situazioni di dolore aumentando così il rischio dello scatenarsi di malattie croniche.
Le differenze qualitative e quantitative
E in effetti, il dolore provato dalle donne non è soltanto quantitativamente ma anche qualitativamente diverso da quello che provano gli uomini.
Il punto, al di là di quelle che possono essere le risultanze di studi e analisi, rimane comunque abbastanza controverso e, nonostante le opinioni contrastanti, le donne sono comunque gli esseri umani soggetti a tutta una serie di dolori naturali che gli uomini non potranno provare mai (e nemmeno immaginare!).
E allora, forse, la soglia del dolore è davvero più elevata nelle donne che negli uomini.