L’ernia inguinale si manifesta quando la debolezza del muscolo inguinale fa sì che l’intestino si insinui in un’area compresa fra l’addome e le cosce presentandosi come un rigonfiamento su uno ovvero su entrambi i lati dell’inguine.
Si tratta di una patologia che può essere congenita o che può svilupparsi nel corso del tempo.
Può essere difficile determinare se un’ernia è un’ernia femorale o un’ernia inguinale, in quanto esse si differenziano soltanto per la posizione relativa rispetto al legamento inguinale.
Un’ernia nella zona inguinale posizionata sopra il legamento inguinale viene definita ernia inguinale, mentre quando si trova sotto al legamento viene definita ernia femorale.
Spesso è necessario un accurato esame da parte di uno specialista per poter determinare qual è la tipologia esatta dell’ernia in questione, e addirittura, talvolta, l’esatta natura dell’ernia può essere accertata soltanto a intervento chirurgico iniziato.
L’ernia inguinale può essere così piccola che soltanto il peritoneo, ovvero il rivestimento della cavità addominale, esercita una pressione attraverso la parete muscolare. Nei casi più gravi, invece, intere porzioni dell’intestino possono attraversare il punto di debolezza muscolare.
Cause dell’ernia inguinale
La causa principale dell’ernia inguinale è costituita dalla debolezza del muscolo dell’inguine.
Può essere congenita a causa di un piccolo difetto muscolare ovvero può svilupparsi nel corso del tempo.
Gli sforzi ripetuti che hanno ripercussioni sui movimenti intestinali possono essere causa di ernia inguinale, come nel caso degli sforzi ripetuti per poter effettuare la minzione causati da problemi alla prostata.
Anche una tosse cronica causata da malattie polmonari o dal fumo possono contribuire a scatenare l’ernia; così come anche l’obesità può avere il suo coinvolgimento nella patologia.
Per taluni individui, la perdita di peso può essere un fattore di prevenzione importante dell’ernia inguinale sia con riferimento alle sue possibilità di comparsa sia con riferimento alla sua crescita dimensionale.
Soggetti a rischio
Le ernie inguinali sono più comuni negli individui di sesso maschile, sebbene esse si presentino nella forma congenita in una misura percentuale che sfiora il 5% di tutti i neonati.
Vi è da dire che anche le donne possono sviluppare ernie inguinali, soprattutto quando si trovano in stato di gravidanza.
Aspetto dell’ernia inguinale e trattamento
Purtroppo, l’ernia inguinale non guarisce spontaneamente ma richiede un intervento chirurgico per poter essere “riparata”.
Inizialmente l’ernia si presenta come un piccolo nodulo al basso ventre, ma, nel corso del tempo, può ingrandirsi.
Un incremento della pressione addominale durante lo svolgimento di attività quali lo sforzo per l’espulsione delle feci o gli starnuti, possono spingere ulteriormente l’intestino nella sede dell’ernia, facendo sì che essa aumenti temporaneamente di dimensione.
Quando l’ernia inguinale costituisce un’emergenza?
Quando l’ernia rimane bloccata nell’inguine o nello scroto non potendosi manualmente riportare nell’addome, viene definita “incarcerata”.
Si tratta di una complicazione comune nell’ambito della patologia, e, sebbene non rappresenti un caso di emergenza, dovrebbe essere posta immediatamente all’attenzione del medico.
Ma l’ernia incarcerata diventa senz’altro un’emergenza quando si trasforma in “ernia strozzata”, cioè quando il tessuto che fuoriesce dal muscolo non riceve un apporto sanguigno sufficiente. Ciò può causare la necrosi del tessuto che fuoriesce dall’ernia.
L’ernia strozzata si caratterizza per il colore rosso intenso di tale tessuto.
Può essere accompagnata da dolore lancinante, sebbene talvolta sia addirittura indolore.
Altri sintomi dell’ernia strozzata sono la nausea, il vomito, diarrea e il gonfiore addominale
La chirurgia dell’ernia inguinale
Normalmente, l’intervento chirurgico per l’ernia inguinale è eseguito in anestesia generale in regime di ricovero ospedaliero ovvero di day hospital.
Il chirurgo coinvolto è di solito un medico di chirurgia generale oppure uno specialista del colon-retto.
Procedura chirurgica
Somministrata l’anestesia, l’intervento chirurgico comincia con un’incisione su entrambi i lati dell’ernia.
Un laparoscopio viene inserito in una delle due incisioni, mentre l’altra viene usata per eventuali ulteriori strumenti chirurgici che dovessero necessitare durante l’intervento.
Il chirurgo quindi isola la porzione del rivestimento addominale che esercita pressione attraverso il muscolo.
Questo tessuto è denominato “sacco dell’ernia”. Il chirurgo ripristina il sacco dell’ernia nella sua posizione naturale all’interno dell’organismo, quindi comincia a riparare il difetto muscolare.
Se questo difetto è di piccole dimensioni, può essere chiuso con una semplice sutura che impedirà all’ernia di riformarsi.
Se invece il difetto è di dimensioni più considerevoli, il chirurgo potrebbe decidere che la semplice sutura non è sufficiente.
In questo caso si applicherà una protesi a maglia a copertura del foro.
Questa protesi è permanente e impedirà il riformarsi dell’ernia mediante il relativo contenimento nonostante il foro nel tessuto muscolare rimarrà aperto.
Se il metodo della sutura viene applicato a difetti muscolari di estensione maggiore, il pericolo di recidiva è notevole.
Sebbene l’applicazione della protesi a maglia nelle ernie più gravi costituisca il trattamento standard, esso potrebbe non essere appropriato. Ciò nel caso in cui il paziente presenta una storia di rigetti di dispositivi medici ovvero una qualche patologia che impedisce l’uso della protesi stessa.
Una volta che la maglia viene posizionata ovvero il muscolo viene suturato, il laparoscopio viene rimosso e l’incisione può essere chiusa.
La chiusura dell’incisione può avvenire in diversi modi:
- con l’applicazione di punti da rimuoversi durante una visita successiva dal chirurgo;
- mediante l’applicazione di una particolare forma di colla che si usa per mantenere chiusa l’incisione;
- mediante l’applicazione di piccole bende adesive in polipropilene o poliestere, atossiche e anallergiche, denominate “steri-strips”.
Il decorso post operatorio
La maggior parte dei pazienti che hanno subito un intervento chirurgico per la riparazione dell’ernia inguinale sono in grado di riprendere le normali attività in un periodo compreso fra 2 e 4 settimane.
Per evidenti ragioni, l’area soggetta a intervento risulterà molto sensibile, specialmente durante la prima settimana.
Durante questo periodo di tempo è opportuno proteggere l’incisione durante lo svolgimento di quelle attività che possono aumentare la pressione addominale sulla ferita mediante l’esercizio di una lieve ma ferma pressione sulla linea di incisione.
Fra queste attività, ricordiamo:
- passare da una posizione sdraiata a una posizione seduta ovvero da una posizione seduta alla posizione in piedi;
- starnutire;
- tossire;
- piangere;
- piegarsi durante lo sforzo intestinale;
- vomitare.
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