Negli orti di tutta Italia il basilico rappresenta senza dubbio una delle piante più aromatiche. Quasi sempre infatti si coltiva proprio per il suo deciso odore e, ovviamente, per i suoi molteplici impieghi in cucina. Ne è sufficiente, infatti, un solo rametto per rendere più aromatica qualsiasi preparazione – sia a base di pasta o riso sia di carne o verdura – e per aiutare nello stesso tempo pure la digestione.
Come il rosmarino, il timo, la salvia, la menta, la santoreggia e via discorrendo, il basilico fa parte della fragrante famiglia delle labiate. Proprio come le piante dello stesso gruppo, è dotata in abbondanza di oli essenziali, che sono sfruttati per scopi terapeutici.
In realtà il basilico era già molto popolare nell’antico Egitto dove la sua essenza era usata come disinfettante negli interventi chirurgici.
A tutt’oggi gli vengono attribuite peculiari proprietà antibiotiche e antiparassitarie, oltre a molteplici altre virtù medicinali (antispasmodiche, toniche, digestive e sudorifere).
Note botaniche e colturali
Il basilico (Ocimum basilicum), specie autoctona dell’Asia e dell’Africa tropicale e adattata al clima europeo da parecchi secoli, è molto diffuso anche in Italia.
Nel nostro Paese non è però possibile trovarla allo stato spontaneo. Essa viene infatti coltivata negli orti e, spesso, anche sulle soglie delle finestre o in casa (dove possiede l’attitudine di scacciare le zanzare!).
Il basilico è una pianta annuale di modeste dimensioni, dal gambo eretto, alto fino a mezzo metro e diramato verso l’alto.
I fiori, piccoli e biancastri, sono raccolti in infiorescenze a mo’ di spiga e sono molto profumati, proprio come le foglie, opposte a due a due, di colore verde brillante e forma ovale-lanceolata con apice a punta e margine seghettato.
Il genere Ocimum (dal greco “ozein” = emettere odore, per l’intenso profumo delle sue parti aeree) racchiude diverse specie coltivate: Ocimum basilicum maximum, alto 30-40 cm, il più diffuso per i condimenti; Ocimum basilicum minimum, alto 20-30 cm, messo a dimora soprattutto in vaso; Ocimum basilicum gratissimum, adoperato per il prelievo degli oli essenziali.
Coltivazione in Italia
La coltura di questo ortaggio era circoscritta un tempo alla zona costiera ligure compresa fra Albenga e Imperia, la quale poteva vantare il primato di dare vita al migliore basilico italiano. Qui la pianta prosperava in ambiente protetto e si adoperava principalmente per preparare il celebre pesto alla genovese (il piatto, proveniente dal Medio Oriente, fu portato in Liguria dagli Arabi).
Nel corso degli ultimi decenni la coltura, non più sotto serra, ma in campo pieno, si è diffusa anche a molte zone dell’Italia meridionale.
Per poter spuntare a pieno campo, il basilico ha bisogno di una temperatura minima di 15°, mentre per diventare grande richiede temperature di 20-25°C e pochi sbalzi termici notturni. Il terreno deve essere fecondo, permeabile e dotato di potassio.
Le semine possono avvenire tutto l’anno, anche se il periodo migliore resta quello primaverile. Si effettuano manualmente a spaglio, sotterrando il seme a una profondità di mezzo cm.
Le condizioni termiche del terreno e dell’aria non devono essere più basse di 18°C ed è imprescindibile pure un grado sufficiente di umidità.
Proprietà terapeutiche e usi del basilico
Per quel che riguarda l’uso in cucina, giova ricordare che il basilico (le foglie, sporadicamente i fiori) deve essere utilizzato appena colto, e ciò per poter beneficiare al meglio del suo aroma. È comunque possibile pure seccarlo (in luogo abbastanza aerato e in condizioni di ombra) e renderlo in polvere, congelarlo o, perfino, serbarlo sott’olio.
In erboristeria si adoperano principalmente le cime fiorite, che si colgono in luglio-settembre, tagliando il gambo con le forbici due-tre foglie al di sotto dell’infiorescenza.
Il basilico, disseccato e ridotto in polvere, può essere impiegato per far gocciolare il naso e liberare dal raffreddore “di testa”.
Un buon infuso di basilico, vantaggioso per favorire il processo digestivo e smorzare gli spasmi allo stomaco, si ottiene collocando una piccola quantità di pianta essiccata in un litro d’acqua bollente. Si fa riposare per 15 minuti, quindi si rende più dolce col miele e si beve dopo i pasti.
Il basilico è dotato anche di virtù stomatiche: Per questa ragione lo si può adoperare per fare lavaggi e gargarismi in bocca e nella gola e per disinfettare l’alito.
L’olio essenziale – che è costituito, fra l’altro, pure di canfora ed è anche usato in profumeria – preso per via interna, oltre a facilitare il funzionamento dello stomaco e dell’intestino, si comporta pure da corroborante del sistema nervoso centrale (Plinio il Vecchio lo consigliava nella cura
dell’epilessia).
Nell’uso esterno è alquanto utile per frizionare il cuoio capelluto in caso di caduta dei capelli e per massaggiare i muscoli deboli o afflitti da leggere paresi.
Per concludere: una manciata di foglie di basilico, messe nell’acqua della vasca, danno un bagno fragrante e ricostituente.
Uso del basilico in cucina
Una celebre ricetta culinaria è il pesto alla genovese sebbene sia soprattutto la cucina meridionale a fare largo uso di questa meravigliosa pianta per insaporire le pietanze più disparate e saporite che caratterizzano la cucina del nostro Paese.
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