Il biancospino è una pianta diffusa in tutto il nostro Paese, dal mare alle zone collinari e montane, che raggiunge talvolta le dimensioni di un albero vero e proprio.
La pianta di biancospino non deve tuttavia essere scambiata con il prugnolo silvestre, anch’esso pieno di spine e ricoperto in primavera di minuscoli fiori bianchi. Questo secondo alberello, a dissomiglianza del primo, fiorisce prima di emanare le foglie e perde molto facilmente i petali, nell’eventualità che sia solo appena appena scrollato.
Entrambe le razze sono considerate alquanto decorative e adatte a costituire siepi ornamentali.
Note botaniche
Il biancospino (Crategus oxyacantha) appartiene al genere delle Rosacee e presenta numerose varietà, tra le quali va ricordata in particolare la varietà monogyna, di grande impatto decorativo, con foglie profondamente lobate e lisce e frutti contenenti un solo nocciolo.
L’alberello, che può arrivare addirittura a 500 anni di vita, è equipaggiato con lunghe spine e con un legno durissimo; la scorza, dapprincipio grigiastra, liscia e splendente, si fa in seguito scura e screpolata, con piccole incisioni ovvero lenticelle nella pianta adulta.
Le foglie, caduche e di compattezza coriacea, hanno da tre a cinque lobi poco profondi e acutamente dentati. I fiori, bianchi e a volte anche rosati, sono raccolti in corimbi semplici ovvero composti e hanno un peculiare aroma un po’ penetrante.
I frutti sono piccole drupe rosse, rotonde e farinose, che racchiudono al loro interno 2-3 noccioli, di cui gli uccelli sono particolarmente ghiotti (semi di biancospino sono stati ritrovati in resti di insediamenti palustri). Il loro sapore è zuccherato, ma alquanto scialbo.
Proprietà terapeutiche e usi del biancospino
Recentemente, alcuni medici americani hanno scoperto la poderosa azione cardiaca e sedativa del biancospino e attualmente i preparati a base di questa graziosa rosacea si usano non solo per curare il cuore ma anche per registrare la pressione arteriosa e il sistema nervoso.
Al giorno d’oggi siamo oramai tutti consapevoli del fatto che i frenetici ritmi della vita moderna possono facilitare l’insorgenza di particolari sintomi (ipertensione, palpitazioni cardiache, ipereccitabilità, insonnia, ecc.): per quale motivo non ricorrere allora al biancospino per far fronte ai “disturbi” connessi al nostro scorretto modo di vivere?
Sono numerosi i principi attivi contenuti nei fiori, nei frutti, nelle foglie e nella corteccia di questa pianta. Dal punto di vista curativo, sono i fiori la porzione più essenziale del biancospino in quanto dotati di notevoli caratteristiche antispasmodiche e ipotensive. Per di più, fin dai tempi più antichi, essi furono sempre usati come diuretici e astringenti.
I corimbi si raccolgono quando sono ancora in bocciolo ovvero iniziano a schiudersi in mezzo alle foglie color verde intenso (aprile, maggio ovvero giugno, a seconda dell’altitudine) e si fanno disseccare velocemente all’ombra, facendo attenzione a che non diventino scuri; si conservano dopo in recipienti ben chiusi in ambiente leggermente freddo.
Non dobbiamo trascurare che, a causa della loro energica attività sull’apparato cardiocircolatorio, i fiori devono essere usati sempre previa prescrizione e sotto il controllo del medico. In ogni caso, da soli o mescolati con altre piante medicinali, essi costituiscono una trattamento che può essere praticato senza danno addirittura per anni.
Per procurarsi un decotto efficace contro l’insonnia e le palpitazioni cardiache, occorre mettere 30 grammi di fiori essiccati in un litro d’acqua caldissimo. Filtrare dopo circa 25 minuti e berne due tazzine al giorno (al mattino e alla sera).
Per diminuire la pressione arteriosa è parecchio indicata la tintura madre che si può ottenere mettendo a marinare, come minimo per 15 giorni, 20 g di fiori freschi in 100 g di alcool a 60 gradi o di acquavite.
Si versa in una bottiglietta con contagocce e si prende a gocce (una ventina) prima dei pasti principali.
Rischi e precauzioni
- Interazioni farmacologiche: Il biancospino può interagire con alcuni farmaci, in particolare quelli per il cuore e la pressione sanguigna. È fondamentale consultare un medico prima di integrarlo se si assumono farmaci.
- Effetti collaterali: Anche se generalmente ben tollerato, può causare effetti collaterali come nausea, affaticamento o agitazione.
- Condizioni mediche specifiche: Persone con certe condizioni cardiache dovrebbero evitare il biancospino o usarlo solo sotto supervisione medica.
- Gravidanza e allattamento: Non ci sono informazioni sufficienti sull’uso sicuro del biancospino durante la gravidanza e l’allattamento. È meglio evitarlo in questi casi.
Dosaggio
Il dosaggio corretto può variare a seconda dell’individuo e dello scopo d’uso. È consigliabile iniziare con dosi basse e consultare un professionista sanitario per una guida personalizzata.
Conclusione
Il biancospino può offrire diversi benefici per la salute, ma è essenziale usarlo con cautela, specialmente in presenza di condizioni mediche preesistenti o durante l’assunzione di altri farmaci.
Una consultazione medica prima del suo utilizzo è sempre la scelta più sicura.
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