La babesiosi è una zoonosi causata da parassiti microscopici chiamati Babesia, simili alla malaria.
I protozoi del genere Babesia infettano e distruggono i globuli rossi provocando anemia emolitica. Vengono trasmessi all’uomo dalla puntura di zecche del genere Ixodes infette.
I parassiti responsabili più comuni sono Babesia microti e Babesia divergens.
La babesiosi è diffusa soprattutto nelle zone boschive dell’America del nord e dell’Europa dove le zecche sono endemiche.
È considerata una malattia emergente con un aumento dei casi negli ultimi anni.
Sintomi della babesiosi
I sintomi della babesiosi possono manifestarsi tra 1-6 settimane dalla puntura della zecca infetta. I più comuni sono:
- Febbre alta;
- Brividi e sudorazione;
- Affaticamento e debolezza;
- Mal di testa, dolori muscolari e articolari;
- Nausea e vomito;
- Perdita di appetito e di peso;
- Ittero con colorito giallognolo;
- Urine scure dovute all’emolisi.
Nei casi gravi si può sviluppare anemia severa con respiro corto, battito cardiaco irregolare, emoglobinuria.
Sintomi più lievi si riscontrano in persone sane, mentre soggetti immunocompromessi possono sviluppare forme gravi.
Cause e trasmissione della babesiosi
La babesiosi è causata da oltre 100 specie di Babesia, anche se solo alcune sono patogene per l’uomo. La trasmissione avviene tramite la puntura di zecche dure del genere Ixodes, le stesse che trasmettono la malattia di Lyme.
Le zecche si infettano pungendo animali selvatici portatori, come topi e cervi.
I parassiti penetrano nel sangue durante la puntura e migrano nei globuli rossi dove si replicano.
La malattia non si trasmette da persona a persona, se non tramite trasfusioni.
Diagnosi
Per diagnosticare la babesiosi il medico esegue un esame obiettivo e una serie di test come:
- Emocromo per valutare l’eventuale anemia;
- Striscio di sangue periferico per visualizzare i parassiti;
- Amplificazione degli acidi nucleici (PCR) per rilevare il DNA dei parassiti;
- Test sierologici per gli anticorpi anti-Babesia nel sangue;
- Esami epatici per valutare la funzionalità epatica.
La conferma della diagnosi avviene tramite l’identificazione dei parassiti nel sangue al microscopio o il rilevamento del DNA specifico tramite PCR.
Trattamento
La babesiosi viene curata con una combinazione di antibiotici, solitamente:
- Atovaquone e azitromicina per via orale per 7-10 giorni;
- Clindamicina e quinina nei casi più gravi per via endovenosa.
Nei pazienti immunocompromessi la terapia può essere prolungata per mesi per eliminare completamente l’infezione. In caso di grave anemia possono essere necessarie trasfusioni di sangue. Il riposo è raccomandato durante la fase acuta.
Quando consultare il medico
È importante rivolgersi al medico se, dopo una puntura di zecca, compaiono sintomi come febbre alta, brividi, affaticamento, mal di testa persistente, nausea o colorito itterico.
Una diagnosi e terapia precoci sono fondamentali per prevenire complicazioni.
Il medico va consultato anche se i sintomi non migliorano dopo un ciclo di antibiotici o se l’infezione si ripresenta.
Soggetti oltre i 50 anni o immunocompromessi sono a maggior rischio di complicanze.
Complicanze della babesiosi
Se nondiagnosticata e trattata precocemente, la babesiosi può evolvere verso complicazioni severe e potenzialmente fatali, come:
- Insufficienza respiratoria acuta;
- Coinvolgimento di più organi;
- Shock e insufficienza multiorgano;
- Rottura della milza.
Nei casi gravi si possono avere coagulazione intravascolare disseminata, scompenso cardiaco, coma.
Nelle persone anziane o con sistema immunitario indebolito il rischio di complicanze è maggiore.
Prevenzione
La babesiosi può essere prevenuta seguendo alcune misure precauzionali:
- Indossare abiti chiari e coprenti quando si cammina in zone boschive;
- Usare repellenti per zecche sul vestiario e sulla pelle scoperta;
- Ispezionare accuratamente tutto il corpo per zecche attaccate e rimuoverle prontamente;
- Evitare aree ad alto rischio di zecche nei mesi più caldi;
- Controllare quotidianamente gli animali domestici per le zecche.
I vaccini per la babesiosi sono in fase di studio ma non ancora disponibili.
La diagnosi precoce e la terapia immediata sono le armi migliori per evitare decorsi gravi di questa emergente zoonosi parassitaria.
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