Incontinenza

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L’incontinenza può essere definita come una patologia che si caratterizza per la perdita involontaria e incontrollata di urina.
In condizioni di normalità, la decisione di urinare è sempre volontaria.
Quando però la capacità di controllare la minzione è messa a repentaglio, si viene a determinare l’incontinenza urinaria.

Cause dell’incontinenza

Le cause dell’incontinenza possono essere molteplici.
Innanzitutto, essa può essere causata da modificazioni dell’apparato urinario correlate all’età. Fra queste ricordiamo la riduzione della capacità della vescica di distendersi, la perdita di tono muscolare dei muscoli del pavimento pelvico e la diminuzione del tono dello sfintere urinario.
Diverse malattie possono poi essere causa d’incontinenza, ovvero aggravarla, come ad esempio le infezioni urinarie o della vagina, le malattie nervose e muscolari, gli esiti secondari di alcuni tipi di interventi chirurgici o di alcuni particolari farmaci (come ad esempio gli antidepressivi, gli antistaminici, i sedativi e i calcio antagonisti).
Particolari fattori di rischio sono poi costituiti dall’età, dall’appartenenza al sesso femminile, dai parti ripetuti, dalla menopausa, dalla stipsi cronica, dall’abuso di alcol e di bibite contenenti caffeina.

Sintomi dell’incontinenza

L’incontinenza urinaria può manifestarsi sotto diverse forme. Nell’incontinenza da sforzo, ad esempio, si riscontra la perdita di piccole quantità di urina in seguito all’esecuzione di sforzi, alla tosse, al sollevamento di oggetti particolarmente pesanti, alle risate e di tutto quanto aumenta repentinamente la pressione nella cavità addominale.
Nell’incontinenza da urgenza invece si avverte un improvviso e acuto stimolo a urinare che non può essere trattenuto seguito da un’ingovernabile perdita di urine prima di poter arrivare in bagno.
L’incontinenza da iperafflusso è determinata invece da occlusioni dell’uretra, come si riscontra ad esempio con l’ipertrofia prostatica e con il prolasso uterino o rettale che frenano la rimozione del contenuto della vescica, e si palesa con la perdita assidua di piccole quantità di urina.

Diagnosi di incontinenza

La diagnosi, oltre che sulla storia clinica dei sintomi descritti dal paziente, si basa su diversi fattori. Questi sono la storia medica del paziente stesso, la visita, e i dati di laboratorio di esami strumentali. In particolare, esami urodinamici, come la cistomanometria (misurazione del livello di pressione all’interno della vescica durante il riempimento) o la flussometria. Quest’ultima consiste nella misurazione del vigore del flusso urinario.
Inoltre, l’ecografia pelvica, la cistoscopia e l’urinocoltura costituiscono senza dubbio test utili per l’identificazione di possibili ulteriori patologie.

Trattamento dell’incontinenza

A seconda del tipo e della causa dell’incontinenza possono essere messi in pratica diversi tipi di trattamento.
Oltre alla terapia a base di farmaci e all’eventuale terapia chirurgica, sono infatti indicati alcuni tipi di trattamento. Fra questi ricordiamo la rieducazione pelvica, rivolta a irrobustire la muscolatura del pavimento pelvico (esercizi di Kegel) e il biofeedback.
Fra i farmaci utilizzati per alleviare il problema dell’incontinenza vi sono quelli che provocano una distensione della vescica come l’ossibutinina e la tolterodina, che supportano la contrazione dello sfintere (pseudoefedrina) o che al contrario lo allentano nelle forme da iperafflusso (terazosina, tamsulosina).

Prevenzione

L’incontinenza si può prevenire cercando di evitare tutti gli sforzi che aumentano repentinamente la pressione nella cavità addominale e curando attentamente l’alimentazione.
A questo proposito, è importantissimo ridurre o eliminare del tutto il consumo di caffè e di alcolici, sostanze che notoriamente aumentano la stimolazione della vescica.
Si dovrebbero evitare anche i cibi e le bevande che hanno effetti irritanti sulle vie urinarie. Fra questi ricordiamo le bevande gasate, gli agrumi e i condimenti piccanti.

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