L’ecografia transvaginale: cos’è, quando si fa e cosa permette di diagnosticare

L’ecografia transvaginale è un tipo particolare di ecografia in cui la sonda viene introdotta nella vagina, anziché appoggiata sull’addome come nell’ecografia classica.
Questa tecnica permette di ottenere immagini molto dettagliate dei genitali femminili interni e viene utilizzata soprattutto in ambito ginecologico.
Cerchiamo di capire meglio in cosa consiste e quando viene richiesta questa particolare procedura ecografica.

Che cos’è l’ecografia transvaginale

L’ecografia transvaginale, detta anche ecografia endovaginale, è una metodica ecografica che prevede l’introduzione di una piccola sonda ecografica all’interno della vagina, molto vicino agli organi da esaminare.
La sonda presenta un estremità arrotondata ricoperta da un preservativo ed emette ultrasuoni ad alta frequenza che, riflessi dagli organi, generano un’immagine dettagliata della pelvi femminile.
Questa tecnica permette di ottenere immagini più definite e nitide rispetto all’ecografia transaddominale standard, poiché la sonda può avvicinarsi molto (2-3 cm) alle strutture anatomiche da studiare, senza essere ostacolata dalla parete addominale e dalle anse intestinali.
Ciò rende possibile una valutazione approfondita di organi quali utero, ovaie, tube di Falloppio, vescica, cervice e vagina, nonché di eventuali patologie a loro carico.

Quando eseguire questo esame

L’ecografia transvaginale viene prescritta dal ginecologo quando è necessario ottenere immagini particolarmente dettagliate dei genitali interni femminili.

Le situazioni più comuni in cui viene richiesta sono:

  • Controllo di routine in gravidanza precoce;
  • Monitoraggio di stimolazione ovarica per fecondazione assistita;
  • Indagine su dolore pelvico, mestruazioni abbondanti o irregolari;
  • Valutazione di masse, noduli, cisti a livello ovarico o uterino;
  • Ricerca di fibromi, polipi, endometriosi;
  • Indagini su infertilità di coppia o abortività ricorrente;
  • Follow up post-interventi chirurgici o terapie mediche sull’apparato genitale.

L’ecografia transvaginale è considerata l’esame di elezione per lo studio dell’utero e delle ovaie.

Preparazione all’esame transvaginale

Non è richiesta alcuna preparazione particolare prima di sottoporsi all’ecografia transvaginale.
L’unica raccomandazione è di evitare rapporti sessuali nelle 48 ore precedenti l’esame, per ridurre il rischio di infezioni.
In alcuni casi il medico può prescrivere un lavaggio dell’intestino per ridurre la quantità di feci e consentire una migliore visualizzazione degli organi pelvici posteriori.

Prima dell’esame è bene informare il medico se:

  • Si è in terapia anticoagulante o antiaggregante;
  • Si ha una grave allergia al lattice;
  • Si sospetta una gravidanza;
  • Si soffre di vaginiti o malattie infiammatorie pelviche.

Svolgimento dell’esame ecografico transvaginale

Durante l’ecografia transvaginale la donna viene fatta stendere sul lettino ginecologico, con le gambe flesse e divaricate.
La sonda, esternamente lubrificata e ricoperta da un preservativo, viene delicatamente inserita nella vagina dal medico.
La procedura non è dolorosa, ma può dare una sensazione di fastidio e crampi assimilabili ai dolori mestruali.
La sonda viene lentamente fatta avanzare fino a portarla a ridosso degli organi da esaminare, ruotandola in diverse direzioni per una visione completa.
Le immagini ecografiche appaiono in tempo reale su uno schermo collegato alla sonda e vengono registrate su supporti digitali.
L’esame dura in media 20-30 minuti. Subito dopo la paziente può riprendere le normali attività quotidiane.

Cosa permette di diagnosticare l’ecografia transvaginale

L’ecografia transvaginale consente di ottenere immagini dettagliate di:

  • Ovaie: permette di analizzarne forma, volume, ecostruttura e vascolarizzazione, nonché eventuali masse o cisti. È l’esame principale per il monitoraggio dell’ovulazione.
  • Utero: ne consente la completa valutazione morfologica ed ecostrutturale, evidenziando eventuali anomalie a carico di endometrio, giunzione endometrio-miometriale e miometrio.
  • Tube di Falloppio: ne permette una completa e accurata valutazione, compreso il lume.
  • Cervice uterina: è possibile valutarne dimensioni, forma e stato del canale endocervicale.
  • Cavità uterina: è visualizzabile in maniera ottimale per riscontrare eventuali patologie endometriali.

Grazie a queste immagini dettagliate, l’ecografia transvaginale permette di diagnosticare varie patologie ginecologiche come fibromi uterini, polipi endometriali, endometriosi, adenomiosi, malformazioni uterine, disfunzioni ovariche, torsioni tubariche e molte altre condizioni.

Vantaggi dell’ecografia transvaginale

Questa metodica presenta diversi vantaggi rispetto all’ecografia addominale standard:

  • Maggiore vicinanza alla pelvi, con immagini di dettaglio superiori
  • Esame rapido, sicuro, non invasivo, indolore, ripetibile e privo di effetti collaterali
  • Ottima visualizzazione di utero, ovaie e tube per una diagnosi accurata
  • Esame eseguibile in qualunque momento del ciclo mestruale
  • Basso costo e ampia disponibilità presso gli ambulatori ginecologici

Svantaggi e limitazioni dell’ecografia transvaginale

Gli svantaggi principali sono:

  • Lieve fastidio o crampi durante l’esame, anche se di breve durata
  • Difficoltà di interpretazione da parte di personale non esperto
  • Non consente una valutazione altrettanto precisa di organi extrapelvici addominali o retroperitoneali.

In conclusione, malgrado alcuni lievi inconvenienti, l’ecografia transvaginale si conferma un esame insostituibile in ambito ginecologico, per la capacità di ottenere immagini dettagliate degli organi pelvici femminili.
Associata all’anamnesi e ad altri esami, l’ecografia endovaginale permette una diagnosi accurata e precoce di molte patologie, orientando verso le cure più adeguate.

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