La frattura del calcagno

Frattura del calcagno

L’osso calcaneare o calcagno propriamente detto è l’osso più voluminoso del tarso. Esso è ubicato nella parte posteriore del piede e funge da supporto del piede stesso rivestendo un’importanza fondamentale nei normali movimenti connessi con la deambulazione. L’articolazione che poggia sul calcagno è responsabile della rotazione interna ed esterna del piede.

Quali sono le cause della frattura del calcagno?

Frattura del calcagnoLa frattura del calcagno è in genere il risultato di traumi ad alta energia; tipicamente una caduta dall’alto, quale, per esempio, una caduta da una scala. Altre cause sono costituite dagli incidenti stradali e da infortuni sportivi. Inoltre, il calcagno può essere soggetto a frattura da stress, un infortunio relativamente comune fra gli atleti.

Quali sono i sintomi della frattura del calcagno?

La frattura del calcagno è causa di gonfiore evidente e di dolore lancinante alla parte posteriore del piede. Fra la sintomatologia più comune, ricordiamo:

  • Incapacità di deambulare;
  • Gonfiore del piede;
  • Escoriazione del piede;
  • Dolore lancinante del tallone.

La maggior parte delle fratture del calcagno sono fratture semplici; fratture cioè dove la pelle rimane intatta. Quando la pelle intorno alla frattura invece di lacera, si parla di frattura esposta, la quale richiede un immediato intervento chirurgico.

Trattamento della frattura del calcagno

La frattura del calcagno può essere curata con l’ingessatura o con il ricorso all’intervento chirurgico. Nel primo caso rientrano tutte le fratture c.d. composte; quelle fratture, cioè, dove le due parti dell’osso lesionato sono rimaste in sede. Non si ricorre generalmente all’intervento chirurgico anche nei pazienti affetti da diabete o affetti da patologie che minano il perfetto funzionamento del sistema circolatorio, in quanto questi pazienti presentano un’alta probabilità di sviluppare complicazioni post-operatorie. Anche per i soggetti fumatori è sconsigliabile il ricorso all’intervento chirurgico, sempre per lo stesso motivo: l’elevata possibilità di sviluppare complicazioni successive all’intervento chirurgico.
Questo consiste in un’incisione nella parte esterna del piede seguita da un’applicazione di una placca metallica e di viti sull’osso spezzato. Ovviamente, il chirurgo ortopedico cercherà di ripristinare il perfetto allineamento dell’osso cercando nel contempo di far sì che la sua superficie cartilaginea ritorni quanto più vicina alle condizioni di normalità. Talvolta, nel caso in cui l’osso si rompe in due grandi pezzi (piuttosto che frantumarsi in più pezzi: c.d. frattura “comminuta”), l’intervento può essere effettuato con piccole incisioni senza l’applicazione di alcuna piastra. Il chirurgo ortopedico ovviamente deciderà la procedura da seguire in relazione alla tipologia di infortunio.
Nei casi più gravi di frattura dell’osso calcaneare, questo potrebbe essere fuso con l’osso appena superiore al tallone. Ciò poiché il pieno recupero della cartilagine è da considerarsi un evento poco probabile e la fusione fra le due ossa consentirà il ripristino di una deambulazione molto prossima alla normalità.
I pazienti colpiti da questo tipo di lesione devono essere inoltre sottoposti ad analisi ed esame medico approfondito volto all’accertamento di possibili ulteriori danni provocati dall’evento scatenante l’alta energia. Degli studi hanno infatti posto in risalto come i pazienti con fratture del calcagno siano stati spesso colpiti anche da fratture del rachide lombare (10-15% dei casi) o da altri tipi di infortuni che hanno interessato il capo, il collo e altre estremità.

Quali sono le complicazioni della frattura del calcagno?

Generalmente, la frattura del calcagno è un infortunio piuttosto grave che conduce, nel lungo periodo, a problemi al piede e alla caviglia. Le complicazioni possono essere distinte in complicazioni di breve e di lungo termine.
Le prime sono molto spesso dovute al significativo gonfiore che di solito accompagna questo tipo di eventi. Il processo di guarigione, talvolta, può essere inficiato proprio da questo gonfiore il quale ostacola la normale cicatrizzazione, e ciò è particolarmente vero per i soggetti diabetici, per i fumatori e per tutti i pazienti con problemi all’apparato circolatorio.
Le complicazioni di lungo periodo sono costituite essenzialmente da dolore cronico del piede e dall’artrite.
L’artrite del retro piede, per esempio, è una complicazione comune nei soggetti che hanno patito in passato di una frattura dell’osso calcaneare.
Lo sviluppo dell’artrite è peraltro direttamente connesso alla gravità della frattura.
I pazienti inoltre spesso presentano problemi di dolore cronico al piede, difficoltà a indossare alcuni tipi di calzature e dolore associato alla deambulazione, alla corsa, e al mantenimento della posizione eretta per lungo tempo.

Quali sono i tempi di recupero dalla frattura del calcagno?

I tempi di recupero della frattura del calcagno sono un importante indicatore del livello di recupero del soggetto verso la condizione di normalità precedente all’infortunio. Il divieto di carico, ad esempio, può durare anche fino a tre mesi. Inoltre, un importante aspetto da tenere sotto costante controllo è la significatività del gonfiore, soprattutto per tutti coloro che sono stati soggetti a intervento chirurgico.