L’astragalo (denominato anche talo o talus) è un osso di piccole dimensioni che si trova fra l’osso del tallone (calcagno) e le due ossa della parte inferiore della gamba, cioè la tibia e il perone. Ha una curiosa forma gibbosa che ricorda lontanamente il guscio delle tartarughe.
La tibia e il perone poggiano sull’astragalo, nella parte centrale e nelle parti laterali, formando così l’articolazione della caviglia. Quando l’astragalo si innesta con le ossa del piede, forma la c.d. articolazione sottoastragalica, che ci consente, facilitandola, la deambulazione sulle superfici sconnesse o irregolari.
L’astragalo è un connettore importante fra il piede, le gambe e il resto del corpo e facilita il trasferimento di peso e delle forze pressorie attraverso l’articolazione della caviglia.
La frattura dell’astragalo è, nella maggior parte dei casi, il risultato di incidenti stradali, sebbene anche le cadute da una certa altezza possano interessare quest’osso delicato. Si tratta, generalmente, di lesioni associate a danni alla parte inferiore della schiena.
La frattura dell’astragalo si riscontra sempre più inoltre in coloro che praticano lo snowboard. In particolare, l’uso dello stivale morbido espone a rischio tutta l’articolazione della caviglia a causa della sua scarsa rigidità.
I sintomi della frattura dell’astragalo sono generalmente dolore lancinante, incapacità di sopportare pesi, notevole gonfiore e forte sensibilità della parte.
Per quel che concerne la diagnosi, lo specialista esaminerà attentamente il piede e la caviglia e chiederà al paziente di descrivere l’evento che ha causato l’incidente. Saranno effettuate delle lastre sia per il piede sia per la caviglia. V’è da dire che in alcuni casi le radiografie non evidenzieranno la frattura e dunque sarà necessario effettuare una TAC. Questi esami consentiranno di localizzare esattamente il punto in cui è avvenuta la lesione, unitamente all’evidenza del tipo di frattura (composta o scomposta).Inoltre, verrà effettuato un test per verificare la funzionalità nervosa al fine di escludere qualsiasi eventualità di danni ai nervi. Ancora, un’ulteriore analisi sarà effettuata per riscontrare la normalità del flusso sanguigno diretto alle dita del piede.
Se non curata adeguatamente, la frattura dell’astragalo sarà prima o poi causa di problemi: la funzionalità del piede sarà menomata e, con somma probabilità, si svilupperanno artrite e dolore cronico. Infine, l’osso potrebbe addirittura collassare.
Il trattamento immediato della frattura dell’astragalo consiste nell’applicazione di una steccatura ben imbottita nella parte posteriore del piede e della gamba, dal piede fin su alla parte superiore del polpaccio. In ogni caso, immediatamente dopo l’incidente, è opportuno tenere ben sollevata la gamba e applicare ghiaccio per un’ora o due, almeno fin quando si avrà la possibilità di ricevere la necessaria assistenza medica. E’ assolutamente sconsigliato caricare sul piede interessato.
Trattamento della frattura dell’astragalo
Se la frattura dell’astragalo è composta, generalmente l’intervento chirurgico non si rende necessario. Occorrerà portare un gambaletto in gesso o vetroresina per un periodo compreso fra le sei e le otto settimane, evitando nel modo più assoluto di caricare sul piede fratturato. Dopo tale periodo, potrà essere consigliata la fisioterapia per un recupero completo della forza e della gamma di movimenti del piede e della caviglia.
In caso di frattura dell’astragalo scomposta, il chirurgo ortopedico riallineerà i segmenti di osso e applicherà delle viti in metallo per tenerli fermi. Se la frattura dovesse in qualche modo essere comminuta, i frammenti di osso saranno rimossi e saranno sostituiti da innesti ossei al fine di ripristinare l’integrità strutturale dell’articolazione. Occorrerà portare un gambaletto in gesso o in vetroresina per un periodo compreso fra le sei e le otto settimane, osservando un divieto assoluto di carico sul piede interessato.
Quando l’osso sarà guarito sarà opportuna l’effettuazione di una radiografia o di una risonanza magnetica per immagini al fine di verificare il ripristino del corretto apporto sanguigno. Se questo, infatti, non dovesse essere recuperato, il tessuto osseo potrebbe morire (osteonecrosi), causando il collasso dell’osso stesso.
Anche nel caso in cui l’astragalo dovesse guarire correttamente, potrebbe insorgere l’artrite in età avanzata: l’astragalo è infatti ricoperto di cartilagine articolare che consente alle ossa di muoversi agevolmente l’una contro l’altra. Se la cartilagine dovesse danneggiarsi, le ossa sfregheranno fra di loro causando dolore e rigidità. In questi casi, si renderanno necessarie modifiche dell’attività fisica, l’uso di ortesi piede-caviglia, eventuali innesti ossei e, in ultima analisi, utilizzo di protesi della caviglia.