La malattia di Ménière può essere definita come un disturbo dell’orecchio interno che si contraddistingue per gli attacchi ricorrenti di vertigine, calo o addirittura perdita dell’udito e acufeni.
La malattia di Ménière è causata da un incremento della quantità del liquido di norma contenuto nei canali circolari del labirinto, l’organo che può essere considerato fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio.
La sproporzione della quantità di liquido può essere ricondotta a un incremento della sua produzione ovvero a un difetto del riassorbimento.
Cause della malattia di Ménière
Ancora oggi, purtroppo, le cause esatte che ingenerano la malattia di Ménière non sono note.
V’è da dire, però, che sono stati individuati quali fattori che predispongono all’esordio della malattie:
- le alterazioni del metabolismo e degli ormoni;
- i traumi cranici;
- le infezioni che coinvolgono l’orecchio;
- le allergie;
- la familiarità.
Sintomi della malattia di Ménière
Se colpito da malattia di Ménière, il paziente sopporta attacchi improvvisi di vertigini e di capogiri di violenza invalidante che possono avere una durata da pochi minuti a molte ore, associati a nausea e vomito, talvolta anche con sudorazione e con nistagmo (movimenti oculari incontrollati).
Può manifestarsi anche una sensazione di pressione e di ovattamento a livello dell’orecchio colpito. Il calo dell’udito è oscillante, ma peggiora gradualmente. Gli acufeni possono avere natura di costanza o di intermittenza.
Diagnosi
La diagnosi della patologia si formula sulla base dei sintomi tipici, con l’aiuto di test per la stima dell’udito e di risonanza magnetica del cranio, per mettere in risalto eventuali cause della sintomtologia.
Trattamento
La sintomatologia della malattia di Ménière, in particolar modo le vertigini, può essere tenuta sotto controllo mediante l’impiego di farmaci che diminuiscono la pressione nel labirinto mediante la diminuzione del fluido contenenti: antistaminici, anticolinergici e diuretici.
Per la nausea e per il vomito si può ricorrere anche all’uso di antiemetici e a sedativi (benzodiazepine).
Nei casi più seri e resistenti al trattamento sintomatico si può intervenire in modo chirurgico con uno shunt endolinfatico, la sezione del nervo vestibolare ovvero la labirintectomia.
Nessuno di questi approcci migliora però la perdita dell’udito.
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