Le pipì a letto (enuresi)

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L’enuresi consiste in una parasonnia, un disturbo del sonno che comporta comportamenti o esperienze anomali durante il sonno. Questi episodi possono verificarsi durante varie fasi del sonno e sono generalmente distinti da altri disturbi del sonno come l’insonnia.

Le parasonnie includono una vasta gamma di esperienze e comportamenti, tra cui:

  1. Disturbi del sonno in fase REM (Rapid Eye Movement): Questi includono il disturbo comportamentale del sonno REM, in cui le persone agiscono fisicamente i loro sogni, spesso in modo vivace o violento.
  2. Terrori notturni: Si verificano durante il sonno non-REM, in genere nelle prime ore di sonno. I soggetti sperimentano terrore o paura intensa, possono urlare o sedersi sul letto, e spesso non ricordano l’evento al risveglio.
  3. Sonniloquio (parlare nel sonno): Consiste nel parlare durante il sonno, senza essere consapevoli di ciò che si sta dicendo.
  4. Sonambulismo: Si tratta di camminare o compiere altre attività complesse mentre si è ancora in uno stato di sonno. Può includere attività come vestirsi, mangiare o uscire di casa.
  5. Incubi: Sogni spaventosi che possono svegliare il soggetto, che di solito ricorda il sogno.
  6. Enuresi Notturna (Bagnare il Letto): Comune nei bambini, è l’involontario urinare a letto durante il sonno.
  7. Sindrome delle gambe senza riposo: Sensazione di disagio o bisogno di muovere le gambe durante il riposo o il sonno.
  8. Bruxismo (digrignamento dei denti): Contraendo i muscoli della mandibola e digrignando i denti durante il sonno.

Quando si manifesta l’enuresi?

L’enuresi si manifesta quando una persona urina involontariamente durante il sonno e costituisce una conseguenza del mancato risveglio quando la vescica è piena. Può anche derivare da una incapacità di impedire le contrazioni della vescica, capacità che si acquisisce con la crescita e lo sviluppo.
Non esiste un’età prestabilita in cui si acquisisce tale capacità. Urinare è un riflesso per i bambini sia quando dormono sia durante le ore di veglia, almeno fino a circa 18 mesi.
Dai 18 mesi di età ai circa tre anni, il bambino comincia ad apprendere come ritardare la minzione quando la vescica è piena. Ciò avviene innanzitutto durante la veglia, in un secondo tempo, durante il sonno.
Lo sviluppo del bambino aiuterà a determinare l’età in cui si apprenderà questa capacità.
La maggior parte dei bambini dovrebbero essere in grado di controllare la vescica durante il sonno dai cinque anni in su.
Così, la pipì a letto non è considerata come un disturbo del sonno a meno che non si verifichi almeno due volte alla settimana in un individuo di più di cinque anni.

Tipi di enuresi

L’enuresi si distingue in enuresi primaria ed enuresi secondaria.
Un bambino affetto da enuresi primaria non riesce a rimanere asciutto durante il sonno per sei mesi di fila.
Un bambino o un adulto che soffre di enuresi secondaria è stato capace in passato di rimanere asciutto per almeno sei mesi consecutivi dopo di che ha iniziato a fare la pipì a letto almeno due volte alla settimana per un periodo di almeno tre mesi.
Durante il sonno aumenta la quantità di vasopressina nel corpo.
La vasopressina è un ormone che viene prodotto dalla ghiandola pituitaria e serve a ridurre la quantità di urina che viene prodotta dai reni.
L’aumento della vasopressina evita all’uomo di dover andare in bagno spesso durante il sonno notturno.
In alcuni bambini affetti da enuresi primaria questo incremento normale di vasopressina è assente, e, quindi, costoro sperimentano una quantità superiore di urina nella vescica rispetto a quanto la stessa possa contenerne.
Se la notte questi bimbi non si svegliano, allora è molto probabile che faranno la pipì a letto.
Fare la pipì a letto può avere degli effetti negativi sull’autostima del bambino.
Questo è il rischio principale che riguarda l’enuresi primaria: è molto importante che la famiglia reagisca bene al sintomo del bambino.
La reazione dei familiari, infatti, sarà il fattore primario che determinerà quanto grave diventerà il problema.

Chi è affetto da enuresi?

Statisticamente l’enuresi primaria si manifesta nei bambini e negli adolescenti nella seguente maniera:

  • 10% nei bimbi a sei anni;
  • 7% a sette anni;
  • 5% a 10 anni;
  • 3% a 12 anni;
  • 1% – 2% a 18 anni.

L’enuresi primaria è più comune nei maschi che nelle femmine. La percentuale di bambini con enuresi primaria che migliorano da soli è di circa il 15% ogni anno.
Sembra che l’enuresi primaria sia determinata anche da fattori genetici. I bambini hanno maggiori probabilità di esserne affetti se anche i loro genitori e/o fratelli ne soffrivano da piccoli.
L’enuresi colpisce anche il 2,1% degli anziani che vivono nelle case di cura. Tra gli anziani, il problema è più comune nelle donne che negli uomini.
Alcune persone possono anche urinare per caso in stato di veglia, ciò comunque è spesso legato a un problema fisico. Raramente lo stress può essere causa di enuresi; ciò accade più frequentemente nei seguenti casi:

  • nei bambini affetti da disturbo da deficit di attenzione;
  • nei bambini che vivono in famiglie poco organizzate.

L’enuresi secondaria si verifica più spesso in quei bambini che di recente hanno dovuto affrontare un forte stress sociale o mentale come ad esempio:

  • il divorzio dei genitori;
  • un abuso fisico o sessuale.

I bambini con enuresi secondaria sono probabilmente affetti anche da costipazione e da encopresi (farsi la cacca addosso).

L’enuresi secondaria può manifestarsi a qualsiasi età. Essa può essere correlata o causata da:

  • incapacità di concentrare le urine, come nell’anemia falciforme o alcune forme di diabete;
  • un aumento della produzione di urina causata dall’uso di caffeina, diuretici, o altre sostanze;
  • un problema del tratto urinario come un’infezione o la vescica irritabile;
  • stipsi cronica o encopresi;
  • un problema neurologico, come le convulsioni, l’epilessia e l’assenza tipica (una forma di epilessia);
  • apnea ostruttiva del sonno (OSA);
  • stress sociale o psicologico.

Tra gli adulti più anziani, può essere correlata ai seguenti sintomi:

Come si fa a sapere se si è affetti da enuresi?

  1. Il bimbo ha più di cinque anni?
  2. Il bimbo bagna il letto durante il sonno almeno due volte alla settimana?
  3. Nel corso degli ultimi sei mesi il bambino non è riuscito a mantenere il letto asciutto?

Se si è risposto di sì a queste domande, allora il bimbo potrebbe essere affetto da questo disturbo primario.

  1. Il bimbo ha più di cinque anni?
  2. Il bimbo bagna il letto almeno due volte la settimana?
  3. È mai riuscito il bimbo in passato a restare regolarmente asciutto durante il sonno per un periodo di almeno sei mesi consecutivi?

Se si è risposto di sì a queste domande, il bambino potrebbe essere affetto da enuresi secondaria.

È importante determinare se è presente qualche altro fattore che causa la pipì a letto come ad esempio:

  • un altro disturbo del sonno;
  • una patologia;
  • la somministrazione di farmaci;
  • un disturbo di salute mentale;
  • uso di sostanze stupefacenti.

È necessaria la visita di uno specialista?

Bisogna parlare con il pediatra riguardo le preoccupazioni derivanti da questo disturbo. Si consiglia di consultare uno psicologo se lo stress sociale o mentale sembra essere la fonte del problema.
È necessaria la visita di uno specialista qualora il bambino non dorme bene o è molto assonnato durante il giorno, infatti, in questo caso, potrebbe essere presente un altro disturbo del sonno.

Quali informazioni è necessario fornire al medico?

Il medico avrà bisogno di sapere quando ha cominciato a manifestarsi l’enuresi e quanto spesso si verifica.
Bisognerà informare il medico sulla vita sociale in corso del paziente condividendo le eventuali fonti di stress.
Il medico avrà bisogno di conoscere anche la storia clinica del paziente. Bisognerà quindi assicurarsi di informarlo di qualsiasi farmaco assunto sia in passato sia nel presente.
Nel caso in cui si è stati affetti da qualche altro disturbo del sonno o se qualche altro componente della famiglia ne è affetto, bisognerà informarne il medico.
Potrebbe essere utile compilare un diario del sonno per un paio di settimane. Questo aiuterà il medico a controllare il modello di sonno del paziente.
Questi dati daranno gli indizi al medico circa le cause del problema e come correggerlo.

Saranno necessarie delle analisi?

Potrebbe essere necessario effettuare un’analisi completa di laboratorio compresa l’analisi delle urine.
Il medico potrebbe avere bisogno di studiare il sonno durante la notte (polisonnografia).
Questo studio serve a delineare le onde cerebrali, la frequenza cardiaca, la respirazione e i movimenti delle braccia e delle gambe durante il sonno.
Lo studio contribuirà a rivelare se la pipì a letto è legata a qualche altro disturbo del sonno.

Come si cura l’enuresi?

La terapia adatta a questo disturbo inizia con un esame approfondito in modo tale da escludere eventuali cause fisiche del problema.
Poi dovrebbero essere esaminate altre possibili cause correlate.
Gli obiettivi del trattamento sono volti a ridurre l’impatto sociale e psicologico di questo disturbo. La cura spesso comprende uno o più dei seguenti metodi:

Metodi che modificano il comportamento

Questi metodi hanno dimostrato dei risultati apprezzabili e spesso sono riusciti a migliorare la capacità di rimanere asciutti nel corso del primo mese.
Durante la terapia è importante minimizzare l’eventuale imbarazzo e l’ansia della persona per quanto sia possibile. I genitori dovranno essere molto pazienti nell’attesa che il loro bimbo riesca a superare questo disturbo.
I metodi comportamentali comprendono:

Il rinforzo positivo

Si tratta di un modo utile per premiare un bambino se riesce a mantenere il letto asciutto.
Un esempio è quello di fare un grafico che mostra le notti in cui il bambino rimane asciutto.

Veglia periodica

Questa pratica consiste nello svegliare il bambino in determinate ore della notte per fargli usare il bagno.

Riduzione dei liquidi

Questo tipo di terapia consiste nel ridurre la quantità di liquidi che il bimbo beve nel tardo pomeriggio e in prima serata.
È utile chiedere al bambino di usare il bagno prima di andare a letto.
Anche l’uso regolare del bagno durante il giorno è molto importante, ciò aiuta infatti il bambino a mantenere una buona routine.
La riduzione dei liquidi non deve apparire come una punizione bensì dovrebbe essere attuata in maniera intelligente.
Si potrebbe ad esempio usare un bicchiere più piccolo del normale durante la sera.
Bisogna comunque prestare molta attenzione in caso di temperature atmosferiche alte per prevenire la disidratazione.

Allarme-terapia

Questa terapia ha mostrato dei risultati altamente efficaci. Il tasso di successo è di circa il 70%. Il metodo funziona meglio con i bambini un po’ più grandi e motivati.
Questo tipo di cura prevede l’uso di un pannello sensibile all’umidità posto sotto il bambino durante la notte. Il pannello emetterà un allarme quando si bagna.
Tutti i membri della famiglia saranno coinvolti da questa terapia, il suono della sveglia potrebbe infatti svegliarli durante la notte.
La maggior parte dei bambini continuano a dormire anche in presenza dell’allarme, ma tendono a smettere di urinare quando suona.
Un genitore deve quindi accompagnare il bambino in bagno per farlo finire di urinare.
Le lenzuola bagnate e il pigiama dovranno essere cambiati e l’allarme dovrà essere resettato.
Il bimbo potrà quindi tornare a letto.
Questa terapia aiuterà alcuni bambini a dormire tutta la notte senza urinare.
Altri bambini potranno continuare ad avvertire la necessità di alzarsi durante la notte per andare in bagno, in questo caso si è in presenza di nicturia.
La durata del trattamento varia ampiamente da un bimbo all’altro: può richiedere da due settimane a diversi mesi.
Non si dovrebbe comunque usare questo metodo per più di tre mesi.
Se il bambino non migliora dopo questo periodo di tempo, si dovrà quindi interrompere il trattamento.
Si potrebbe provare di nuovo quando il bambino sarà più grande.

Chirurgia

La chirurgia può essere utilizzata per correggere la causa di questo disturbo eliminando spesso l’enuresi notturna.

Esempi di cause curabili mediante la chirurgia includono:

  • l’uretere ectopico e altre anomalie strutturali del sistema urinario;
  • apnea ostruttiva del sonno;
  • blocco cardiaco.

Farmaci

La terapia farmacologica di solito è riservata per i bambini che non hanno avuto successo con le terapie comportamentali. I farmaci usati per curare l’enuresi notturna sono i seguenti:

  • l’acetato di desmopressina (Minirin/DDAVP);
  • il cloruro di ossibutinina (Ditropan);
  • l’imipramina (Tofranil).

La desmopressina (Minirin/DDAVP) è un antidiuretico. È usato per curare l’enuresi notturna primaria.
Il Minirin/DDAVP è disponibile in spray nasale (10 – 40 mg, al momento di coricarsi) o forma orale (0,2 – 0,6 mg, al momento di coricarsi).
Risulta essere efficace fino al 55% dei casi. Essa può anche essere combinata con l’allarme terapia.

Gli effetti collaterali dello spray nasale includono:

È importante ridurre l’assunzione di liquidi durante la cura con Minirin/DDAVP, infatti qualora non si limitasse l’assunzione di liquidi si potrebbe verificare un’intossicazione da acqua, condizione che richiede cure mediche immediate. I sintomi dell’intossicazione da acqua sono i seguenti:

  • mal di testa;
  • nausea;
  • vomito;
  • attacco epilettico.

Il Ditropan è un farmaco anticolinergico e serve a ridurre le contrazioni muscolari della vescica. La dose abituale è di 2,5 mg a 5 mg al momento di coricarsi. Gli effetti collaterali includono:

  • visione offuscata;
  • costipazione;
  • vertigini;
  • secchezza della bocca;
  • rossore facciale;
  • cambiamenti di umore.

Gli antibiotici orali

Questi sono usati per trattare le infezioni del tratto urinario (UTI) che potrebbero essere la causa di questo disturbo. Ad esempio:

Suggerimenti per i genitori

Alcuni bambini possono continuare a bagnare il letto, anche dopo aver raggiunto i cinque anni. I seguenti sono alcuni suggerimenti utili per aiutare il bambino a superare il problema della pipì a letto:

  • rimanere positivi e incoraggiare il bambino;
  • ridurre la quantità di liquidi che il bimbo beve la sera;
  • far usare il bagno al bambino prima di andare a letto;
  • svegliare il bambino una o due volte durante la notte per permettergli di usare il bagno;
  • premiare il bambino dopo alcune notti in cui riesce a rimanere asciutto;
  • discutere del problema con il pediatra.

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